Attivisti srilankesi: riformare il diritto matrimoniale islamico che discrimina le donne
Secondo gli attivisti, le musulmane sono trattate come cittadine di serie B. La legge che regola il diritto matrimoniale per le coppie di fede islamica risale al 1951. Da 30 anni si tenta una riforma che specifichi l’età minima per il matrimonio. Molto frequenti le spose bambine, che non sono nemmeno tutelate dalla legge che pure punisce gli stupri sulle minorenni.
Colombo (AsiaNews) – Centinaia di attivisti e organizzazioni della società chiedono una riforma del diritto matrimoniale e del divorzio islamico, che discrimina le donne trattandole come cittadine di seconda classe. Almeno 197 attivisti e artisti e 30 associazioni hanno sottoscritto una dichiarazione comune in cui chiedono al governo di portare a termine la riforma della legge che regola il matrimonio islamico, dopo 30 anni di attesa.
In Sri Lanka il matrimonio e la separazione di una coppia musulmana sono regolati da una norma specifica: si tratta del Muslim Marriage and Divorce Act del 1951 (Mmda), che istituisce anche un tribunale parallelo (Quazi Court) incaricato di risolvere le dispute legate al diritto matrimoniale.
Fin da quando è stata approvata, la legge ha suscitato grandi lamentele da parte delle donne, sottoposte a discriminazione in base a tali norme. Gli attivisti sostengono che la popolazione musulmana femminile “è posta in una posizione di vulnerabilità e viene loro negato il diritto d’uguaglianza garantito dalla Costituzione”. Ad esempio, le donne sono considerate al pari dei minori anche se hanno superato la maggiore età, quindi per sposarsi hanno bisogno del permesso di un "guardiano"; la legge consente il matrimonio minorile perché non specifica un’età minima per contrarre le nozze (che per il resto della popolazione è di 18 anni); le pene previste per chi compie uno stupro su ragazze tra i 12 e i 16 anni non sono applicabili alle spose musulmane. Altre forme discriminatorie riguardano il divorzio, la poligamia e il mantenimento.
L’avvocato Ermiza Tegal spiega che attivisti e associazioni tentano da anni di far approvare una riforma omogenea. Uno dei punti più contestati è la non possibilità di avere un tribunale femminile islamico che giudichi le donne, né avvocati donne che difendono altre donne. Che si sentono cittadine di “serie B” anche perché la legge non specifica l’età minima per contrarre matrimonio, quindi sono molto frequenti i matrimoni infantili. Tra il 2016 e il 2018, nel solo distretto di Ampara ne sono stati celebrati 870 con ragazze che avevano tra i 13 e i 18 anni.
Per coloro che hanno firmato la dichiarazione, “il governo dello Sri Lanka deve adottare azioni urgenti per porre rimedio ai continui fallimenti dello Stato nel proteggere le donne e le bambine musulmane. Anche se ci sono differenti punti di vista nella comunità islamica, compresi i leader religiosi e gli esperti, è responsabilità dello Stato proteggere tutti i suoi cittadini”.
28/12/2018 08:56