30/08/2004, 00.00
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Attivisti per la pace, un indiano e un pakistano, ricevono il Nobel asiatico

di Sonny Evangelista

Manila (AsiaNews) – Ibdu Abdur Rehman, pakistano, e Laxminarayan Ramdas, indiano, sono i vincitori della sezione Pace e Dialogo internazionale del Premio Ramon Magsaysay, istituito dalla medesima Fondazione e conosciuto come "il Nobel asiatico". Entrambi sono stati premiati per il loro tentativo di superare le relazioni ostili fra i due Paesi e creare un consenso popolare in favore della pace fra India e Pakistan.

Ex ammiraglio della Marina indiana in pensione, Laxminarayan Ramdas ha lavorato in varie organizzazioni che si battono per la pace, ultima delle quali il "Forum per la pace e la democrazia della popolazione indiana e pakistana". Nel 2003 ha ricevuto il Premio Father Graham Staines per la Pace e la concordia internazionale.

Rehman, giornalista e attivista per la pace, è l'attuale direttore della Commissione per i diritti umani in Pakistan. Lo scorso anno è stato insignito del Premio internazionale di Norimberga per la Pace e i diritti umani.

"Tutti gli uomini sono afflitti da pregiudizi e non esiste società che ne sia libera" ha affermato Rehman nella lezione dottorale tenuta insieme a Ramdas. "Il Sud Asia oggi è una delle zone del mondo dove stanno dilagando sofferenze e dolore tra la popolazione". In particolare questo avviene fra la popolazione pakistana e indiana, che "hanno una lunga storia di odi reciproci e ora sono incapaci di superare gli effetti dei profondi pregiudizi reciproci".

Dopo la divisione nel 1947, India e Pakistan "non si comportarono da nazioni moderne" – ha riconosciuto Rehman. "Una covava timori di aggressioni dall'altra parte, l'altra non accordava fiducia al vicino. Questi pregiudizi hanno bloccato tutti gli sforzi di stabilire normali e buone relazioni bilaterali tra questi due grandi vicini del Sud Asia" ha concluso Rehman.

Ramdas ha ricordato i tragici eventi avvenuti dopo la divisione del '47, "gli orrendi massacri di musulmani in India e di indù e sikh in Pakistan. Più di 14 milioni di persone furono costrette a emigrare e 500mila vennero uccise". Egli ha poi sottolineato l'importanza dei gruppi femminili che a metà degli anni '80 hanno iniziato a stabilire relazioni amicali fra India e Pakistan. Questi gruppi portarono poi alla nascita del "Forum per la pace e la democrazia della popolazione indiana e pakistana" nel settembre del 1994. Due eventi negativi hanno in seguito offuscato il processo di pacificazione indo-pakistano: nel maggio 1998 l'India sperimentava la sua bomba atomica, seguita 17 giorni più tardi dal Pakistan. Tali eventi rallentarono il lavoro del Forum: quelle esplosioni "aumentarono la rabbia della gente della regione. L'ostentazione del potere minò in molti la fiducia nella pace" ha detto Ramdas.

I 2 attivisti hanno concordato - in base alla loro esperienza - che il dialogo è il modo più efficace per ottenere la pace. Ma in questo, ha spiegato Rehman, bisogna coinvolgere la popolazione. In particolare, secondo Ramdas, è necessario investire sui giovani che spesso assorbono i pregiudizi contro i Paesi vicini dai libri di testo e dai media. "È stato un grande risultato riunire la gioventù dei 2 Paesi" ha detto riferendosi ad alcuni scambi fra studenti indiani e pakistani. In un incontro tenutosi a di recente Singapore, 40 studenti di Pakistan e India hanno rilasciato una dichiarazione sul Common Ground -  il Piano comune, la piattaforma di accordi fra India e Pakistan: "Noi abbiamo il potere di rendere questa generazione e la prossima le migliori nella storia dell'umanità, o le peggiori. La scelta è completamente nelle nostre mani; noi abbiamo fatto la scelta per un mondo migliore e in pace".

"India e Pakistan sono al bivio per decidere i propri destini. È necessario che i governanti rispondano alla fortissima domanda di pace della gente. Così la pace trionferà e sarà il popolo a vincere" ha concluso Ramdas.

 

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