Attivisti contro la fame: no alle proposte FAO, puntare alla “sovranità alimentare”
di Melani Manel Perera
Di ritorno dal Forum “Terra Petra”, collaterale a quello FAO di Roma, l’attivista Kumara attacca le soluzioni dei leader mondiali, “le stesse da oltre 10 anni”, e spiega l’urgenza di dare ai piccoli produttori la possibilità di scegliere le loro attività.
Colombo (AsiaNews) - La crisi alimentare nel mondo non si risolverà con le soluzioni offerte dal recente summit FAO di Roma (4-5 giugno), che replicano esattamente quelle degli ultimi incontri di questo genere tra il 1996 ed oggi. La denuncia è di Herman Kumara, attivista singalese, tra i partecipanti al Forum “Terra Preta” svoltosi collateralmente al vertice della Food and Agriculture Organization. Il Forum raccoglie i leader di 120 Ong, giornalisti e attivisti contro la fame.
“Le proposte offerte dai leader mondiali non sono adatte al problema – dice Kumara ad AsiaNews dopo il suo rientro in Sri Lanka - i delegati Onu e i capi di Stato hanno ribadito obiettivi e impegni delle precedenti dichiarazioni del 1996 e del 2002; nel 1974 il summit FAO si era prefisso di sconfiggere la fame entro 10 anni; tra i Millennium goals vi è anche quello di dimezzare il numero di persone che soffrono la fame entro il 2015; ma finora questa cifra è solo aumentata”.
L’attivista ricorda che il maggior cambiamento politico dovrebbe essere l’introduzione e l’applicazione del concetto di “sovranità del cibo, che comporta lo studio di riforme agrarie e della pesca”. “I piccoli produttori – continua - sono quelli che contribuiscono maggiormente a sfamare i poveri del mondo; c’è bisogno di un modello di produzione che permetta a questa categoria di decidere come e cosa produrre e come e cosa vendere. L’attuale coinvolgimento delle grandi multinazionali nel controllo delle risorse non aiuterà a risolvere la crisi alimentare”.
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