Attivista cattolico: Obama plaude alle riforme, nello Stato Kachin continuano le violenze
Yangon (AsiaNews) - La visita lampo del presidente Usa Barack Obama in Myanmar desta "un misto di sensazioni", che vanno "dall'orgoglio" per il sostegno al cammino di democratizzazione, alla "preoccupazione" per una legittimazione troppo affrettata dell'attuale governo. È quanto spiega ad AsiaNews Khon Ja, membro del movimento Kachin Peace Network, impegnato nella pacificazione delle aree teatro di conflitti etnici. L'attivista cattolico sottolinea i passaggi più significativi del discorso del capo di Stato americano all'università di Yangon, durato circa 30 minuti, durante il quale egli ha ricordato i prigionieri politici, i bambini soldato e le violenze contro le minoranze. Un dramma che continua a mietere sofferenze e vittime come accaduto anche oggi nello Stato Kachin, al nord, lungo il confine con la Cina, dove si sono registrati pesanti combattimenti con vittime fra i civili.
Nel contesto della tappa birmana del viaggio del presidente Usa nel sud-est asiatico (cfr. AsiaNews 19/11/2012 Obama e Clinton nel Sud-est asiatico, per bilanciare il potere di Pechino nella regione), Barack Obama ha tenuto uno storico discorso all'università di Yangon, uno dei luoghi simbolo della protesta studentesca del 1988 repressa nel sangue dalla dittatura militare al potere. Accolto da oltre un migliaio di persone e accompagnato dalla Nobel per la pace Aung San Suu Kyi e dal segretario di Stato Hillary Clinton, il presidente ha ricordato sia il "considerevole viaggio" di riforma del Paese, che i conflitti etnici fra buddisti birmani e musulmani Rohingya nello Stato di Rakhine.
Obama si è rivolto agli studenti, dopo aver incontrato in due diversi momenti il presidente Thein Sein e la leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi. Egli ha inoltre visitato la celebre pagoda di Shwedagon, prima di partire alla volta della Cambogia per il summit Asean. Nel suo discorso egli ha confermato il sostegno di Washington al cammino di riforme e la ricostruzione dell'economia del "Myanmar", usando il nome imposto al Paese dalla giunta militare al potere sino allo scorso anno.
Fra le migliaia di persone che hanno assistito all'intervento di Barack Obama vi era anche Khon Ja, attivista cattolico del Kachin Peace Network. Egli definisce "diretto" il linguaggio usato da "Mr. President", che ha indicato "gli elementi per un vero cambiamento" del Paese. Tuttavia, mentre "l'Air Force One atterrava sulla pista dell'aeroporto di Yangon, si registravano pesanti scontri - afferma l'attivista - nello Stato Kachin, con forti perdite fra i civili". Uno dei passaggi più significativi, aggiunge il leader di Kpn, è l'appello per la fine del carcere per i dissidenti politici, la supremazia della legge sui governanti, la lotta alla barbarie dei bambini soldato e degli abusi sulle donne. A questo si unisce il passaggio in cui auspica la presenza di un esercito al servizio del popolo e una Costituzione liberale e rispettosa della volontà dei cittadini.
Tuttavia "le nazioni occidentali devono usare molta cautela nel rapportarsi al governo birmano" continua l'attivista cattolico, perché troppo spesso "esso dice una cosa e si comporta in tutt'altro modo". Fra i principali problemi egli presenta "il sangue Kachin, il conflitto Rakhine" e gli scioperi dei contadini "contro la confisca illegale e dietro risarcimenti irrisori dei terreni". Khon Ja non risparmia critiche nemmeno ad Aung San Suu Kyi, perché "da esponente delle minoranze etniche non capisco la sua posizione rispetto alle violazioni" ai diritti umani che si ripetono. "Evita le domande dirette - aggiunge - e si comporta più da politico che da leader". Sembra che il suo obiettivo sia di "soddisfare le pretese dei Bamar e della comunità buddista" per "ottenere la presidenza" alle prossime elezioni e, ad oggi, "dopo 17 mesi di conflitto non ha ancora incontrato un Kachin per discutere della situazione".
15/09/2016 12:34