Attivista arrestato confessa e incastra l'opposizione, ma sotto tortura
Mosca (AsiaNews) - La confessione con cui l'oppositore russo Leonid Razvozzhaev, il 22 ottobre, ha denunciato alcuni compagni del movimento 'Fronte di sinistra', che ora rischiano anche loro la galera per "organizzazione di disordini di massa", è stata estorta sotto tortura. Secondo quanto riferito dallo stesso Razvozzhaev ad alcuni attivisti per i diritti umani che lo hanno visitato in carcere il 23 ottobre, i servizi segreti che lo hanno rintracciato a Kiev dopo che chiedesse asilo politico , hanno minacciato di far del male a lui e alla sua famiglia.
Anna Karetnikova, vice capo della Commissione per il monitoraggio pubblico, e altri quattro attivisti hanno fatto visita al detenuto in custodia cautelare nel carcere di Lefortovo, nella capitale. "Razvozzhaev ha detto di aver firmato la confessione dopo che lo hanno tenuto per tre giorni senza mangiare, bere e andare in bagno e minacciando l'incolumità sua e dei suoi figli", ha raccontato alla stampa russa la Karetinikova. All'uomo non è stato neppure permesso di vedere il suo avvocato, Violetta Volkova.
Le accuse di intimidazioni e torture sul detenuto sono state tutte respinte dalle autorità. Il portavoce del Comitato investigato russo, Vladimir Markin, ha detto che Razvozzhaev si è consegnato volontariamente e ha confessato il complotto per rovesciare il potere in Russia. L'attivista era stato incriminato in absentia per "organizzazione di disordini di massa", dopo che il filmato "Anatonomia di una protesta-2", trasmesso dall'emittente filo-Cremlino Ntv il 5 ottobre, aveva ritratto lui e i suoi compagni impegnati nella preparazione di un golpe con l'aiuto di finanziatori in Georgia e Gran Bretagna.
Per accertare le informazioni contenute nel controverso programma - in cui si usano registrazioni con telecamere nascoste degne dei servizi segreti - le autorità hanno aperto ufficialmente un'inchiesta lo scorso 17 ottobre. Konstantin Lebedev, figura di spicco del Fronte di Sinistra, è stato già condannato anche lui a due mesi di carcere con le stesse accuse di Razvozzhaev, mentre il leader del movimento, Serghei Udaltsov, è stato convocato dalla Procura per il 26 ottobre, quando con ogni probabilità riceverà l'incriminazione formale e verrà arrestato anche lui. Ci sono voci che per evitare la detenzione, l'attivista - uno dei più impegnati nelle proteste anti-Putin - stia meditando la fuga all'estero dove si trovano già la moglie e i figli. La pena che rischiano tutti è fino a 10 anni di detenzione. "Si tratta di una vendetta per le recenti manifestazioni - ha detto Udaltsov - è una chiara sfida alla società, un tentativo di lanciare una nuova ondata di repressione".