Attentati a Mumbai: oltre 180 i morti, la polizia cerca i responsabili
Mumbai (AsiaNews/Agenzie) È salito a 183 morti e 624 feriti il bilancio provvisorio degli attentati di ieri contro treni e stazioni della periferia di Mumbai, nello stato indiano del Maharashtra. Lo ha reso noto la polizia, che continua a cercare indizi sulla responsabilità delle 7 devastanti esplosioni coordinate. Ieri sera, all'uscita da un incontro d'emergenza con il governo, il primo ministro indiano Manmohan Singh ha dichiarato che "verranno prese tutte le misure necessarie a mantenere l'ordine e a combattere le forze del terrorismo".
In assenza di rivendicazioni, i sospetti maggiori ricadono sul gruppo militante islamico Lashkar-e-Taiba (Let, l'esercito del Puro). New Delhi sottolinea che la modalità degli attacchi - coordinati, su treni e all'ora di punta è caratteristica delle azioni del Let, il cui portavoce però ha tenuto a precisare: "La nostra battaglia è contro le truppe indiane e nessun altro". Il Lashkar-e-Taiba - ritenuto affiliato ad al-Qaeda - è un gruppo islamico pro-Pakistan, che nella guerriglia indipendentista in Kashmir si è già macchiato di diversi massacri di indù.
Le deflagrazioni, registrate tutte tra le 18.00 e le 18.30, hanno colpito nel momento in cui milioni di lavoratori rientravano a casa dal centro cittadino. Mumbai, con 18 milioni di abitanti è la capitale finanziaria dell'Unione. "Abbiamo feriti di ogni tipo", racconta il dottor Supriya Kulkarni, impegnato nelle cure dei sopravvissuti in uno degli stracolmi ospedali della città. "Abbiamo operato amputazioni e diversa gente ha perso molto sangue".
Il coro delle condanne è internazionale. Il Segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, si è detto "inorridito" per gli attentati di ieri. "Questi atti ha detto - servono solo a riaffermare che il terrorismo rappresenta una delle più gravi minacce alla pace e alla sicurezza internazionale". Secondo il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, gli attacchi a Mumabi "rafforzeranno la risoluzione della comunità internazionale a rimanere unita contro il terrorismo". Dal canto suo il ministro pakistano degli Esteri, Khurshid Kasuri, ha invitato New Delhi a unirsi ad Islamabad nella lotta contro l'estremismo islamico e indù. Ha poi aggiunto che per le due rivali potenze nucleari è ormai tempo di risolvere l'annosa questione del Kashmir. Da anni India e Pakistan si contendono la totalità del Kashmir, causa di due (1948 e 1965) delle tre guerre, che le hanno viste contrapposte dopo l'indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1947.