Attacchi anti-cristiani mostrati in Tv, nuova campagna di terrore del VHP
di Nirmala Carvalho
Dopo il caso del pastore protestante di Jaipur, altri pestaggi di cristiani in Maharashtra vengono ripresi e diffusi in televisione. Gli estremisti indù inventano accuse di conversioni forzate a loro carico, mentre la polizia lascia a piede libero i responsabili. Attivista per i diritti umani: un piano premeditato per creare una psicosi collettiva, il governo intervenga.
Mumbai (AsiaNews) – Sono all’ordine del giorno gli attacchi anti-cristiani in India, che di recente hanno assunto modalità preoccupanti: pestaggi filmati e poi trasmessi in Tv nell’indifferenza di polizia e autorità giudiziarie. Dopo il caso del pastore picchiato davanti alle telecamere a Jaipur, Rajasthan, lo scorso 7 maggio altri due pastori della Friends Mission hanno ricevuto lo stesso trattamento da parte di attivisti del Vishwa Hindu Parishad (VHP) e della sua ala giovanile, il Bajrang Dal, nello Stato di Maharashtra.
Il reverendo Ramesh D. Gopargode, 34 anni, e Ajit Belavi, 35, gestiscono una piccola congregazione a Ichalkaranji, nel distretto di Kolhapur. Negli ultimi 6 mesi hanno svolto diversi incontri di preghiera con alcuni abitanti del villaggi, fin quando due giorni fa una cinquantina di estremisti del VHP armati li ha picchiati davanti ad una telecamera accusandoli di conversioni di indù al cristianesimo. Le due vittime, condotte al comando di polizia sanguinanti, sono state arrestate, mentre gli agenti hanno lasciato andare via impuniti gli aggressori. I due pastori ora sono accusati per violazione dell’articolo 295 A del Codice penale indiano, che punisce chi deliberatamente con le sue azioni offende il sentimento religioso.
Dure le critiche arrivate da politici e attivisti per i diritti umani. Il leader locale del Congress, Rajiv Shukla, ha definito “vergognoso” il comportamento del VHP e del Bajrang Dal. Il ministro degli Interni dello Stato, R R Patil, ha promesso “indagini ad alto livello e pene severe per i responsabili”. In un’intervista ad AsiaNews, Abraham Mathai, vicepresidente della Commissione minoranze del Maharashtra, avverte che questo tipo di attacchi sono ormai un modus operandi, una strategia studiata a tavolino dagli estremisti per creare una sorta di psicosi collettiva e spaventare i cristiani in tutto il Paese. “Gli attacchi premeditati a Kolhapur vanno condannati in modo fermo – suggerisce l’attivista – la presenza di mezzi per filmare queste violenze, come successo a Jaipur di recente, è indice di un sinistro piano del VHP e del Bajrang Dal per terrorizzare la vulnerabile comunità cristiana e generare paura a livello nazionale diffondendone i video in televisione”.
La denuncia è anche rivolta alla polizia che, prove alla mano, non persegue gli aggressori che così continuano le loro “bravate” in un clima di impunità. “Anche quando arrestati – riferisce Patil – questi estremisti escono nel giro di 24 ore su cauzione”.
I cristiani si appellano al governo centrale e alle amministrazioni locali affinché prendano atto di questa nuova e vergognosa campagna di terrore contro la comunità. “È un triste giorno per la storia dell’India laica, quello in cui le minoranze sono prese di mira nell’inerzia di chi invece dovrebbe assicurare li rispetto della legge”, conclude Abraham Mattai.
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