Attaccate due chiese nello stato del Karnataka
Mumbai (AsiaNews) – Nuovi attacchi contro i cristiani nello stato del Karanataka, dove questa notte due chiese sono state danneggiate e profanate. Il primo attacco è avvenuto poco dopo la mezzanotte nel villaggio di Thernamakki (diocesi di Karwar). Ignoti hanno assaltato la grotta della chiesa locale rompendo i vetri delle finestre. Il secondo è avvenuto invece nel villaggio di Inkal (diocese di Mysore), dove è stata profanata la statua della Vergine posta nel sagrato della chiesa della Sacra famiglia. Inoltre lo scorso 22 gennaio alcuni membri del Sri Rama Sene, partito indù di estrema destra, hanno tentato di profanare la croce della chiesa di Mundalli (diocesi di Karwar). Ma la popolazione gli ha messi in fuga e il 23 gennaio la polizia ha arrestato 8 attivisti ritenuti responsabili del tentato assalto.
Secondo il vescovo di Karwar, mons. Dr Derek Fernandes, anche gli assalti di questa mattina sono da attribuire agli attivisti indù. Nei giorni scorsi il responsabile locale del gruppo aveva infatti minacciato di attaccare edifici cristiani per protestare contro i maltrattamenti a danno della comunità indiana in Australia.
“Gli attacchi contro le minoranze religiose sono in aumento – afferma Sajan George, presidente del Global Council of Indian Christian (Gcic) – Noi siamo molto preoccupati dei continui attacchi subiti dalla comunità cristiana del Karnataka”. “La più grande tragedia degli attacchi contro cristiani innocenti – continua – è la mancata giustizia. Ciò accade in Orissa in Karanataka e in altri stati dell’India”. Sajan Gorge dice che finora nessun leader indù è stato messo in carcere. Inoltre in entrambi gli stati il governo si rifiuta di fermare i gruppi indù che continuano a incitare alla violenza contro i cristiani.
La chiesa della Sacra Famiglia di Inkal era già stata attaccata il 27 febbraio del 2002. Durante la celebrazione della messa una folla di 70 attivisti indù armati di spade, coltelli e bastoni aveva fatto irruzione nell’edificio aggredendo anche donne e bambini. Gli indù avevano accusato la comunità cristiana di convertire in modo forzato la popolazione locale. La polizia aveva arrestato i colpevoli, ma nonostante le pesanti accuse gli ha concesso il rilascio su cauzione. (N.C.)
04/02/2010