17/09/2008, 00.00
VIETNAM
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Attaccando i cattolici per Thai Ha, i media statali rischiano di dividere i vietnamiti

I giornali deridono le donne della minoranza Hmong che hanno preso parte alle veglie di preghiera. Ma così si rischia di creare un contrasto tra cattolici e non cattolici. Voci di prossimi nuovi arresti.
Hanoi (AsiaNews) – Rischia di creare profonde divisioni nel Paese la campagna di derisione che la stampa governativa vietnamita sta conducendo contro i cattolici Hmong - una minoranza etnica di circa 800mila persone, residenti nelle regioni settentrionali - descrivendoli come superstiziosi, ingenui, docili e infantili.
 
All’origine degli attacchi che i media stanno conducendo da lunedì, la partecipazione i 16 donne Hmong (nella foto), che hanno percorso 38 miglia da Van Nghia, nella provincia di Hoa Binh, per unirsi alle veglie di preghiera che si tengono davanti ai terreni della parrocchia di Thai Ha, dei quali I cattolici chiedono la restituzione. Le donne hanno portato i grandi gong d’ottone e gli altri strumenti musicali che i Hmong usano in particolari occasioni e soprattutto quando vogliono catturare attenzione per far ascoltare le loro lamentele. I cattolici Hmong - numerosi in questa come in altre minoranze etniche – hanno avuto parte attiva nelle manifestazioni di Hanoi, a partire da quelle per la restituzione del complesso della ex nunziatura.
 
Il People’s Police lunedì ha scritto che le 16 donne Hmong sono state abbindolate da Nguyen Thi Nhi, una 46enne di Son Ha per prendere parte ad “attività illegali ed antirivoluzionarie”. Nhi faceva parte di coloro che erano regolarmente presenti a Thai Ha: arrestata il primo settembre, di lei non si sa nulla, neppure dove è imprigionata. Sabato l’arcivescovo della capitale, mons. Joseph Ngô Quang Kiệt è andato a visitare la sua famiglia, come quelle di altri detenuti.
 
Da parte loro i media governativi chiedono “severe punizioni” contro le donne Hmong e “accurate indagini su chi è attualmente dietro il turbamento dell’ordine pubblico a Thai Ha”.
 
Contro tale atteggiamento, padre John Nguyen Ngoc Nam Phong, dei Redentoristi – anch’essi parte della vicenda di Thai Ha – durante un incontro con le autorità del distretto di Dong Da – ove sorge la parrocchia – ha messo in guardia contro il rischio che tale comportamento dei media “produca una profonda divisione tra cattolici e non cattolici vietnamiti, mettendo a rischio la sicurezza nazionale”. Il religioso ha chiesto invece al governo di rispettare le sue stesse leggi e mostrare buona volontà. Riferendosi infine alle voci di prossimi nuovi arresti ha messo in guardia che essi “potrebbero solo peggiorare le cose, creando nuove tensioni e portando il problema ad una situazione insolubile”.
 
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