Assisi 2011, vescovo anglicano: Costruire la pace è il dovere più urgente
di Melani Manel Perera
Mons. Kumara Illangasinghe, della Chiesa di Ceylon, sottolinea: “Il nostro mondo è benedetto dalla diversità religiosa, etnica e di razza: serve l’impegno autentico di tutti”.
Colombo (AsiaNews) – Costruire la pace è “urgente”, perché “non è solo assenza di guerra e violenza”, ma “presenza di giustizia e spazio per la verità”. Lo afferma mons. Kumara Illangasinghe, vescovo anglicano emerito di Kurunegala, Chiesa di Ceylon, in attesa della Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo di Assisi che si celebra domani. Il pellegrinaggio sarà una commemorazione dei 25 anni della prima Giornata di Assisi, celebrata da Giovanni Paolo II e dai leader religiosi mondiali il 27 ottobre 1986.
“Da solo – afferma mons. Illangasinghe – nessuno può realizzare pace, giustizia e verità. C’è bisogno di uno sforzo comune, soprattutto in un mondo come il nostro, benedetto dalla diversità: di razza, religione, regione ed etnia”. Per questo motivo, secondo il vescovo anglicano “un approccio pluralistico nel costruire la pace non è una possibilità, ma un dovere”.
Dal pellegrinaggio di Assisi, mons. Illangasinghe si aspetta un “impegno autentico”, che sia “l’inizio di un lungo e difficile cammino per tutti i popoli del mondo”, per “creare uno spazio di comprensione tra le comunità e gli individui”. “Le persone – conclude il vescovo emerito – dovrebbero poter vivere in un mondo democratico, liberi dalla paura e dalla corruzione”.
“Da solo – afferma mons. Illangasinghe – nessuno può realizzare pace, giustizia e verità. C’è bisogno di uno sforzo comune, soprattutto in un mondo come il nostro, benedetto dalla diversità: di razza, religione, regione ed etnia”. Per questo motivo, secondo il vescovo anglicano “un approccio pluralistico nel costruire la pace non è una possibilità, ma un dovere”.
Dal pellegrinaggio di Assisi, mons. Illangasinghe si aspetta un “impegno autentico”, che sia “l’inizio di un lungo e difficile cammino per tutti i popoli del mondo”, per “creare uno spazio di comprensione tra le comunità e gli individui”. “Le persone – conclude il vescovo emerito – dovrebbero poter vivere in un mondo democratico, liberi dalla paura e dalla corruzione”.
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