Assassinio di Hariri: il governo libanese respinge le accuse Onu
Beirut (AsiaNews/ Agenzie) - Per il governo libanese, il rapporto presentato dalle Nazioni Unite sull'uccisione dell'ex primo ministro Rafik Hariri avrebbe oltrepassato i limiti. Nel rapporto vengono infatti additati come responsabili la Siria e le forze di sicurezza libanesi, accusando l'esecutivo di negligenza. L'inchiesta, voluta dall'Onu, ma non accettata da Beirut, dimostra che il presidente siriano, Bashar Assad, ha minacciato Hariri alcuni mesi prima dell'attentato; il governo di Beirut ha dimostrato gravi responsabilità nella gestione della crisi e nella ricerca dei veri responsabili manipolando e intralciando il lavoro degli investigatori. In sostanza, il rapporto pubblicato nei giorni scorsi accusa la Siria di aver deliberatamente creato nel paese uno stato di tensione nei giorni precedenti all'attentato del 14 febbraio scorso, che ha causato la morte di Hariri e di altre 17 persone. Damasco e Beirut continuano a negare ogni coinvolgimento.
Secondo Mahmoud Hammoud, ministro degli Esteri libanese, la missione delle Nazioni Unite è andata ben oltre il suo mandato: "L'inchiesta delle Nazioni Unite ha detto - non ha alcuna autorità. Noi riteniamo che questa sia una violazione della sovranità e del ruolo del governo libanese".
Il Presidente libanese Emile Lahoud ha sollecitato il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, a fare "tutto il possibile" per scoprire la verità dietro l'uccisione di Hariri, aprendo una nuova inchiesta "indipendente".
L'inchiesta delle Nazioni Unite non lancia accuse dirette, ma sostiene che "questo assassinio nasce in un contesto politico ed è chiaramente è legato all'influenza della Siria sul Libano".
Hammoud, respingendo le conclusioni del rapporto, ha fatto notare che le tensioni nel paese sono nate anzitutto dalle pressioni della comunità internazione che vuole il ritiro della Siria dal Libano.
Il rapporto Onu denuncia gravi responsabilità delle autorità sia nel regolare svolgimento delle indagini sia per quanto riguarda la scomparsa di alcune prove sul luogo dell'attentato. Secondo il rapporto, infatti, il Ministro dell'Interno libanese, Suleiman Franjiyeh, sarebbe a conoscenza di alcune falle nel sistema di sicurezza. Adnan Addoum, ministro della Giustizia libanese, ha respinto le accuse di macchinazione da parte del governo e l'eventuale coinvolgimento dei servizi di sicurezza.