Assad: dichiareremo presto la vittoria contro la cospirazione internazionale
Sostanzialmente nulla di nuovo nel molto atteso discorso del presidente siriano. Non c’è alcun ordine di aprire il fuoco contro i cittadini”. Critiche alla Lega araba, nella quale ci sono Paesi senza democrazia che vogliono dare lezioni di democrazia e che rischia di “incrementare divisioni settarie”, ma Damasco “non chiuderà le porte”.
Beirut (AsiaNews) – “Dichiareremo presto la nostra vittoria” contro la “cospirazione internazionale” che ha provocato dieci mesi di proteste in Siria, e malgrado le interferenze di Paesi arabi che vogliono dare lezioni di democrazia a Damasco, ma non sono democratici al loro interno. E solo dopo la “vittoria” sarà possibile costruire le riforme, compresa la possibilità di porre fine al partito unico.
Sostanzialmente nulla di nuovo nel molto atteso discorso che il presidente siriano Bashar al-Assad ha tenuto questa mattina alla università di Damasco (nella foto) e trasmesso in diretta dalla Tv nazionale. Intervento atteso anche perché erano mesi che egli non appariva in televisione per dire la sua su una crisi costata la vita, secondo l’Onu, ad almeno cinquemila persone.
“Non c’è alcun ordine di aprire il fuoco contro i cittadini” ha detto in proposito Assad, che ha ripetuto la sua versione delle proteste, mosse da “forze regionali e internazionali che stanno tentando di destabilizzare la Siria e che non possono falsificare più a lungo fatti e avvenimenti”. Proprio le “falsificazioni” sono state la causa, ha aggiunto, della decisione di “mettere sotto controllo” i media, allontanando dal Paese tutti quelli stranieri.
Il presidente ha anche trovato il modo di criticare Paesi della Lega araba, che ha contestato il comportamento di Damasco, chiedendo quale diritto abbiano Paesi senza democrazia di dare lezioni di democrazia e riforme alla Siria, “il cui primo parlamento è del 1917”. “La situazione - ha detto - è quella di un medico che fuma e, tenendo una sigaretta in bocca, dice a un suo paziente di non fumare”. Ciò malgrado la Siria non vuole “chiudere le porte”, “purché sia rispettata la sua sovranità”.
Ancora a proposito della Lega araba, Assad sostiene di essere stato lui a proporre l’invio di osservatori “per accertare la verità”, ma di temere che essa finisca per incrementare “divisioni settarie”.
Le critiche di Assad alla Lega araba sono l’unico aspetto del suo discorso che coincide con le opposizioni, per le quali l’invio degli osservatori dell’organizzazione serve a coprire la prosecuzione delle violenze da parte delle forze di sicurezza. (PD)
Sostanzialmente nulla di nuovo nel molto atteso discorso che il presidente siriano Bashar al-Assad ha tenuto questa mattina alla università di Damasco (nella foto) e trasmesso in diretta dalla Tv nazionale. Intervento atteso anche perché erano mesi che egli non appariva in televisione per dire la sua su una crisi costata la vita, secondo l’Onu, ad almeno cinquemila persone.
“Non c’è alcun ordine di aprire il fuoco contro i cittadini” ha detto in proposito Assad, che ha ripetuto la sua versione delle proteste, mosse da “forze regionali e internazionali che stanno tentando di destabilizzare la Siria e che non possono falsificare più a lungo fatti e avvenimenti”. Proprio le “falsificazioni” sono state la causa, ha aggiunto, della decisione di “mettere sotto controllo” i media, allontanando dal Paese tutti quelli stranieri.
Il presidente ha anche trovato il modo di criticare Paesi della Lega araba, che ha contestato il comportamento di Damasco, chiedendo quale diritto abbiano Paesi senza democrazia di dare lezioni di democrazia e riforme alla Siria, “il cui primo parlamento è del 1917”. “La situazione - ha detto - è quella di un medico che fuma e, tenendo una sigaretta in bocca, dice a un suo paziente di non fumare”. Ciò malgrado la Siria non vuole “chiudere le porte”, “purché sia rispettata la sua sovranità”.
Ancora a proposito della Lega araba, Assad sostiene di essere stato lui a proporre l’invio di osservatori “per accertare la verità”, ma di temere che essa finisca per incrementare “divisioni settarie”.
Le critiche di Assad alla Lega araba sono l’unico aspetto del suo discorso che coincide con le opposizioni, per le quali l’invio degli osservatori dell’organizzazione serve a coprire la prosecuzione delle violenze da parte delle forze di sicurezza. (PD)
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