Asia Centrale, Russia, India, Brasile in dialogo con la Cina per uscire dalla crisi economica
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il presidente cinese Hu Jintao è volato a Yekaterinburg (Russia) per partecipare al 9° summit dei Paesi della Shanghai Cooperation Organization (Sco), per discutere di crisi economica e collaborazione. Nella città russa ci sarà anche il 1° summit tra le quattro maggiori economie emergenti: Brasile, Russia, India e Cina (gruppo detto “Bric”).
La Sco, fondata nel 2001 tra Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan e Tagikistan per combattere il terrorismo e assicurare la stabilità nella zona, è diventato un tavolo privilegiato per discutere in generale dei rapporti e di collaborazioni tra gli Stati dell’Asia centrale e i due giganti della regione Cina e Russia. Agli incontri partecipano anche India, Pakistan, Iran e Mongolia quali osservatori.
Il commercio tra la Cina e gli altri 5 Stati è cresciuto da 12,1 miliardi di dollari del 2001 a 67,5 miliardi del 2007. Pechino acquista soprattutto energia dando in cambio merci lavorate e servizi. Ma gli scambi commerciali tra gli Stati Sco sono diminuiti nel 2008. Nell’attuale crisi globale, Pechino insiste per l’adozione di misure economiche coordinate e per una maggior collaborazione tra gli Stati Sco, per mantenere la loro crescita economica. Tra i progetti discussi vi è la creazione di un mercato economico comune e un corridoio unitario per i trasporti.
Si discuterà anche della deteriorata situazione in Afghanistan e dei test nucleari della Corea del Nord. Mosca e Pechino cercano di assumere posizioni comuni, anche per porsi come potenze alternative agli Stati Uniti.
Ma l’attenzione mondiale è concentrata sul 1° summit degli Stati del Bric di domani. C’è molta attesa per vedere se questi Paesi sapranno coordinare le loro politiche e assumere posizioni concordi, in un mondo dove sempre più si discute di commercio e regole comuni. Russia e Brasile hanno annunciato l’intenzione di vendere le loro riserve di dollari Usa, per diminuirne l’importanza come valuta di riferimento e diversificare le loro riserve.
Zhou Dunren, professore di economia all’università Fudan a Shanghai, prevede che Pechino non abbia interesse a vendere i suoi dollari (considerato che le riserve cinesi di valuta sono in gran parte in dollari), ma, piuttosto, a lanciare programmi bilaterali nelle rispettive valute per aumentarne l’importanza e rendere le loro economie sempre meno dipendenti dal dollaro.
In seguito Hu andrà in visita ufficiale in Russia, Slovacchia e Croazia.
14/04/2022 08:50