02/12/2010, 00.00
PAKISTAN
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Asia Bibi: si teme per la sicurezza, polemiche sul blocco alla grazia

di Jibran Khan
Gli avvocati della Corte suprema protestano per lo stop preventivo alla clemenza da parte del Presidente. Una commissione sentirà leader politici ed esperti religiosi e presenterà al Parlamento proposte di modifica per la legge sulla blasfemia. Si attende ancora una data per l’appello contro la condanna a morte.

Lahore (AsiaNews) – La presidentessa della Commissione nazionale dello status delle donne, Hanis Haroon, ha detto che la Commissione è preoccupata per la sicurezza di Asia Bibi, ancora in prigione, mentre si attende che venga fissata la data per l’esame dell’appello presentato dalla sua famiglia contro la sentenza di primo grado che la condanna a morte per blasfemia. E in Pakistan intanto scoppia la polemica sulla decisione dell’alta Corte di Lahore di bloccare preventivamente un’eventuale grazia da parte del presidente Asif Ali Zardari, mentre continua il dibattito sulla necessità di modificare o cancellare la legge sulla blasfemia.

Il presidente dell’associazione di avvocati della suprema Corte, Asma Jahangir, ha attaccato ieri la dichiarazione dell’alta Corte di Lahore. L'alta Corte aveva dichiarato che il presidente Zardari non poteva concedere la grazia ad Asia Bibi prima che fosse esaminato l'appello contro la condanna a morte. Asma Jahangir  si è detta sopresa che sia stato ordinato un blocco su un’azione che deve ancora avvenire. Inoltre ha criticato l’idea di sospendere, in questo modo, le prerogative costituzionali del governo. “Se vogliono diventare popolari, ci sono altri modi per farlo. Non devono manipolare le leggi, dal momento che i verdetti della Corte stabiliscono un precedente”. Un esperto costituzionale, il dott. Basharat Qadir, ha avvalorato questa tesi, dal momento che l’art. 45 della Costituzione da il potere al Presidente di concedere la grazia, modificare o annullare, oltre che sospendere, qualsiasi sentenza emanata da ogni Corte, tribunale o altre autorità. Continua il dibattito sulla legge sulla blasfemia. Asma Jahangir l’ha criticata nella sua forma attuale, osservando che le leggi dovrebbero proteggere le minoranze religiose, e non fornire uno strumento per opprimere la gente in nome della religione. “Non ho mai visto nessuno commettere blasfemia. Ma chi lo farebbe mai davanti a un esponente religioso?” Ha sottolineato che la maggior parte delle denunce sono presentate da esponenti religiosi. “Solo un matto bestemmierebbe davanti a un esponente religioso, e i matti meritano clemenza”.

Il ministro per le Minoranze religiose, Shahbaz Bhatti, ha ricordato che la legge è stata creata dal dittatore militare Zia ul Haq per conciliarsi i religiosi, e con lo scopo nascosto di prolungare il suo potere. Bhatti ha detto di aver raccomandato modifiche sostanziali al testo della legge, e ha annunciato che il Presidente ha formato una commissione di alto livello che dopo aver consultato tutti gli interessati, compresi studiosi religiosi e leader politici, presenterà al Parlamento i risultati del suo lavoro. L’ex presidente del Consiglio di ideologia islamica, il dott. Khalid Masood ha detto che c’è “analfabetismo religioso” anche fra le persone di cultura. E ha aggiunto che da nessuna parte nel Corano si parla di pena di morte per chi commette blasfemia.

Nel frattempo non si arresta il flusso di firme per la campagna lanciata da AsiaNews. Sono quasi settemila le adesioni raccolte fino ad oggi, comprese centinaia di firme raccolte e inviate per posta dalla comunità di Comunione e Liberazione della città di Riccione. Scrivete a

salviamoasiabibi@asianews.it

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