Asia Bibi: i cristiani pakistani hanno sfilato a Natale contro la legge sulla blasfemia
Lahore (AsiaNews/Agenzie) – L’Alta corte di Lahore non ha ancora fissato la data dell’udienza di appello per Asia Bibi, la cristiana condannata a morte per blasfemia. Ma la battaglia sulla controversa legge non conosce soste. Il giorno di Natale si sono svolte manifestazioni di segno opposto nelle città pakistane. E il sito web del Pakistan Christian Post, la principale voce dei cristiani del Paese, è fuori uso da alcuni giorni, vittima di un attacco di hacker islamici. Sull'homepage del sito campeggia l'immagine di un angelo insanguinato su fondo nero. Al centro dello schermo la scritta: "Hacked by Dragons Hacker Islamic".
A Lahore la polizia afferma di aver prevenuto scontri fra manifestanti pro e contro la legge sulla blasfemia il giorno di Natale. Circa due decine di attivisti islamici del Tahaffuz-i-Namoos-i-Risalat (Tnr) stavano facendo un sit a Faisal Chowk contro le modifiche alla legge sulla blasfemia e per impedire la grazia ad Asia Bibi. Nello stesso tempo alcune decine di membri dell’Alleanza democratica cristiana del Pakistan e di altre organizzazioni per i diritti civili hanno cominciato a radunarsi nelle vicinanza. Portavano bandiere e striscioni e chiedevano che la legge sulla blasfemia fosse modificata, e Asia Bibi liberata. Le due manifestazioni si sono incrociate a Faisal Chowk e hanno cominciato a combattere a colpi di slogan. Testimoni affermano che alcuni attivisti islamici hanno cercato di raggiungere i manifestanti cristiani, ma ne sono stati impediti dalla polizia. Le manifestazioni si sono poi sciolte pacificamente.
A Karachi invece varie organizzazioni sociali e per i diritti umani, oltre a sindacalisti e avvocati hanno formato un’alleanza chiamata “Cittadini per la democrazia”, diretta a lanciare una campagna nazionale per emendare la controversa legge sulla blasfemia. La riunione fondante è avvenuta il 26 dicembre 2010; hanno partecipato 28 denominazioni diverse. Il meeting ha espresso il suo pieno appoggio al disegno di legge di modifica presentato dalla parlamentare Sherry Rehman. Ed è stato deciso di incontrarsi con il comitato parlamentare che si occupa dei progetti di legge e degli affari parlamentari per rendere più veloce l’iter di modifica. “La maggior parte dei casi di blasfemia registrati contro le minoranze non sono genuini, e ci dovrebbe essere una clausola nella legge che preveda le stesse pene contro chi sporge la denuncia, se non è veritiera, così che nessuno osi sporgere denunce false in futuro” ha detto uno degli oratori al convegno.
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03/12/2018 11:20
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