Asia, medici cattolici: il preservativo non ferma la diffusione dell’Hiv
di Santosh Digal
La Thailandia promuove l’uso del profilattico e registra 570mila sieropositivi rispetto ai 9mila casi nelle Filippine. I dottori denunciano pressioni di una parte del parlamento per la promozione di politiche di pianificazione familiare. Ieri l’Europarlamento ha bocciato un emendamento per condannare il papa sui preservativi.
Manila (AsiaNews) – L’uso del preservativo non è un metodo efficace per combattere l’Aids. Ad affermarlo è l’Associazione cattolica dei medici, infermiere e personale sanitario in Asia (Acim-Asia), che sconfessa le politiche di pianificazione familiare attuate mediante l’uso del profilattico.
Yolly Eileen Gamutam, responsabile di Acim-Asia, è categorica: “Il preservativo è pericolosissimo”. La donna prende ad esempio la Thailandia, in cui la diffusione del contraccettivo si è rivelata fallimentare. Alla fine del 2003 il Paese degli elefanti registrava la più alta percentuale di malati di Hiv/Aids: 570mila fra adulti e bambini, rispetto ai 9mila delle Filippine. Anche nel numero dei decessi la sproporzione è evidente: 58mila morti per Aids in Thailandia, solo 500 nelle Filippine.
Gamutam sottolinea come “i dati mostrano che l’uso del condom in Thailandia non è stato efficace” e aggiunge: “Pur vendendolo nelle case per appuntamenti, nei bar, nei ristoranti e in altri luoghi pubblici, esso non ha impedito una diffusione a macchia d’olio di Hiv e Aids”. Citando Benedetto XVI, i medici ricordano che astinenza e fedeltà coniugale sono i metodi migliori per combattere la malattia.
I membri di Acim-Asia accusano un Comitato parlamentare, impegnato nella promozione di politiche di pianificazione familiare, di esercitare pressioni al governo perché siano garantiti nuovi fondi. Sostenuti da parlamentari dell’Unione europea, i colleghi filippini chiedono che il budget a disposizione sia aumentato da 180 milioni a 2 miliardi di pesos (poco più di 30 milioni di euro).
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