Arrivano in Corea del Sud 200 rifugiati nord-coreani

Seoul (AsiaNews/SCMP) - Circa 200 rifugiati nord-coreani sono partiti da un paese asiatico non specificato e sono atterrati a un aeroporto militare sud-coreano a bordo di un volo charter.

Secondo funzionari ed esperti si è trattato del più grande singolo gruppo di rifugiati nord-coreani ad arrivare in Corea del Sud per una nuova sistemazione, dopo la fuga dall'impoverita madrepatria.

Fonti sud-coreane affermano che i nord-coreani sono atterrati all'aeroporto militare di Seongnam di Seoul su un volo di linea dell'Asiana Airlines proveniente da un Paese terzo, la cui identità non è stata rivelata per motivi di sicurezza.

Altri rifugiati provenienti dallo stesso Paese sono attesi in Corea del Sud per domani, 28 luglio. Il numero dei nord-coreani salirà così a 450.

Negli ultimi anni sono sempre di più i nord-coreani che lasciano il loro Paese comunista. Con il confine tra le due Coree sotto strettissima sorveglianza e invalicabile, i profughi attraversano il confine settentrionale con la Cina e poi fuggono in un Paese terzo.

Pechino, uno stretto alleato di Pyongyang, si rifiuta di riconoscere ai fuggitivi nord-coreani lo status di rifugiato e li considera immigranti illegali. Se li scova sul suo territorio, essi vengono subito rimpatriati.

Secondo i media sud-coreani, il Paese asiatico in cui vivevano i 400 rifugiati aveva minacciato di rispedirli in Cina a meno che la Corea del Sud non avesse acconsentito ad accoglierli.

Circa 5mila nord-coreani sono fuggiti in Corea del Sud da quando la guerra di Corea si è conclusa nel 1953. Il numero è aumentato in modo significativo negli ultimi anni: 1.285 nel 2003, almeno 1.140 nel 2002 e 583 nel 2001.

Nei primi sei mesi dell'anno, 760 nord-coreani sono arrivati in Corea del Sud, soprattutto dalla Cina, dove ne vivono in clandestinità decine di migliaia.

Prima di essere trasferito nei centri di sistemazione, l'ultimo gruppo di nord-coreani sarà interrogato da rappresentanti di agenzie governative, compreso il Servizio di intelligence nazionale.