09/07/2010, 00.00
LIBANO
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Arrivano al Consiglio di sicurezza gli attacchi ai caschi blu nel sud del Libano

Resta alta la tensione. Il governo libanese si limita a “deplorare” l’accaduto. Lettera aperta del comandante della Finul agli abitanti della zona che mira a placare gli animi, ma ribadisce la “libertà di movimento” dei caschi blu. Hezbollah lancia accuse di partigianeria pro-Israele.
Beirut (AsiaNews) – Non accenna a calare la tensione nel sud del Libano tra i caschi blu e gli abitanti dei villaggi della regione, dove è largamente predominante Hezbollah. Pattuglie dei soldati delle Nazioni Unite (Finul) sono state attaccate e disarmate. La Francia ha chiesto una riunione del Consiglio di sicurezza, che stasera dovrebbe esaminare la questione, il governo libanese ha “deplorato” l’accaduto e il comandante della Finul, il generale spagnolo Asarta Cuevas, ha indirizzato una lettera aperta agli abitanti della regione nella quale ribadisce la “stretta cooperazione” esistente tra l’esercito libanese e le truppe Onu, schierate “per vostra tranquillità e sicurezza”.
 
La questione è complessa e controversa. I diplomatici occidentali residenti a Beirut accusano, sottovoce e non ufficialmente, Hezbollah di manovrare gli abitanti della zona per bloccare l’azione dei caschi blu che, in esecuzione della risoluzione 1701, ritengono che tra i loro compiti c’è anche quello di impedire il contrabbando e l’accumulo di armi di “gruppi” diversi dall’esercito libanese. Cioè Hezbollah. Che certo non gradisce.
 
Il Partito di Dio, da parte sua, rimprovera all’attuale gestione della Finul di non rispettare quell’accordo non scritto per il quale alcuni villaggi, particolarmente legati alla guerra del 2006, non erano oggetto di ispezioni e di mirare, alla fin fine, al disarmo dei suoi uomini. “invece di difendere noi, sembrano voler difendere Israele”, è l’accusa seguita a una esercitazione della Finul, che sembrava ipotizzare lanci di razzi dal Libano verso lo Stato ebraico.
 
Il governo libanese, pur nella sua estrema cautela, e lo stesso presidente della Repubblica, Michel Suleiman, sottolineano la necessità dela collaborazione tra i caschi blu e l’esercito, al quale, peraltro, gli uomini dell’Onu rimproverano di non aver schierato nel sud i 15mila uomini previsti dalla 1701.
 
Beirut, peraltro, ha pochissimo spazio di manovra, visto che si tratta di un governo di coalizione che comprende Hezbollah. Così, ieri, in sede di Consiglio dei ministri, uno degli uomini di Hezbollah, Mohammad Fneich, ha bloccato la proposta del delegato agli Affari sociali, Sélim Sayegh, di aprire un’inchiesta sui fatti accaduti.
 
La situazione resta dunque tesa con il governo libanese che conferma il suo schieramento a favore della 1701, ma ribadisce la necessitò di “coordinamento tra l’esercito libanese e la Finul”, il generale comandante dei caschi blu che riafferma il diritto dei sui uomini ad avere “libertà di movimento” e Hezbollah che, in sostanza, vuole che le pattuglie dell’Onu non cerchino troppo i depositi di armi e le postazioni di razzi. E nemmeno facciano troppe domande. (PD)
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