Arrestati tre tibetani, manifestavano a favore del Dalai Lama
di Kalpit Parajuli
Il governo nepalese appoggia la politica dell’unica Cina e considera reato manifestare contro la repressione del Tibet. Secondo la polizia, i tre attivisti “hanno infranto la Legge sulla pubblica sicurezza”.
Kathmandu (AsiaNews) – Proprio nella Giornata internazionale per i rifugiati, il governo nepalese ha arrestato tre attivisti tibetani, accusati di “provocare attività anti-cinesi nel Paese”. Secondo le imputazioni, i tre (che manifestavano a favore del Dalai Lama) sono inoltre colpevoli di aver violato la politica “dell’unica Cina” adottata da Kathmandu.
La polizia ha confermato l’arresto di Kelsang Chung, direttore del Centro per i rifugiati tibetani, Ngawang Sagmo e Tashi Dolma, leader dell’Associazione donne tibetane. Raggiunto telefonicamente da AsiaNews, Chung dice: “Non abbiamo mai fatto nulla di male. Il governo ci impedisce di combattere per i diritti democratici. Queste sono accuse false”.
Sarbendra Khanal, capo della polizia locale, spiega che i tre sono stati arrestati in base alla Legge sulla pubblica sicurezza, e potranno essere trattenuti in galera per 90 giorni anche senza alcuna accusa formale. L’International Campaign for Free Tibet ha criticato gli arresti ed ha chiesto il rilascio immediato dei tre attivisti.
Il Nepal non permette proteste anti-cinesi sul suo territorio e considera il Tibet parte inscindibile della Cina. Secondo alcune stime, almeno 20mila tibetani sono fuggiti in Nepal dopo le rivolte contro l’invasione maoista del 1959.
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