Arcivescovo e imam di Kirkuk all’iftar per 30 bambini orfani
di Joseph Mahmoud
Il prelato e il leader religioso islamico hanno partecipato alla cena, organizzata dal Centro per i diritti umani della città. Mons. Sako ha donato una busta con denaro per i bambini musulmani, “espressione del sostegno dei fratelli cristiani”. Durante il Ramadan molti gesti di solidarietà fra cristiani e musulmani. Ma restano gli attacchi alle chiese e le violenze nel Paese.
Kirkuk (AsiaNews) – Ieri sera mons. Louis Sako, arcivescovo di Kirkuk, ha partecipato all’iftar, il pasto serale che interrompe il digiuno giornaliero che i musulmani osservano durante il Ramadan. Attorno alla tavola si sono riuniti una trentina di bambini (nella foto), accompagnati da alcuni familiari. La cena è stata organizzata dal Centro per i diritti umani della città e ha visto la partecipazione dello sceicco Ahmed Mohammed Amin, imam della locale moschea. L’incontro di ieri sera è un segnale di distensione nel mese sacro dei musulmani, contraddistinto quest’anno da attacchi alle chiese e attentati mortali in diverse zone del Paese.
A conclusione della serata mons. Sako ha sottolineato che “questo banchetto è la più forte espressione del digiuno”, perché invita cristiani e musulmani ad “aiutare i fratelli nel bisogno, sentirsi più vicini al povero, all’orfano, alla vedova”. La cena ha assunto una forte carica simbolica anche – e soprattutto – per la partecipazione dello sceicco Ahmed, che testimonia “il valore morale del nostro popolo e i principi alla base delle rispettive religioni”, islam e cristianesimo. A fine serata l’arcivescovo di Kirkuk (nel nord dell’Iraq) ha donato una busta contenente una somma di denaro, da distribuire ai bambini come “espressione di sostegno dei loro fratelli cristiani”. Il gesto è stato apprezzato dall’imam, che ha ringraziato il presule per la sua presenza e, ha aggiunto, per “le iniziative dei nostri fratelli [cristiani] che sono sempre i primi ad aiutare”.
In occasione del Ramadan, mese sacro di digiuno e preghiera per l’islam, la diocesi di Kirkuk ha organizzato una serie di iniziative in comune fra cristiani e musulmani. A inizio agosto una delegazione guidata dall’arcivescovo ha visitato il distretto sanitario e donato 300 kg di medicine da distribuire agli ospedali. In precedenza donne cristiane e musulmane si sono riunite per un convegno interconfessionale sulla violenza, al termine del quale hanno elaborato iniziative comuni.
Tuttavia, nelle ultime settimane si sono registrate anche attacchi mirati contro chiese e attentati che hanno causato un vero e proprio bagno di sangue: il 2 agosto è esplosa una bomba davanti alla chiesa siro-cattolica, ferendo 15 persone e causando gravi danni all’edificio cristiano. A metà mese i terroristi hanno colpito la chiesa di sant’Efrem, sempre a Kirkuk, siro-ortodossa e a poche centinaia di metri dalla cattedrale caldea.
Ma gli attacchi colpiscono anche la maggioranza musulmana e semplici cittadini, in una striscia di sangue che non sembra finire. Il 15 agosto una ondata di attacchi in dieci città ha causato circa 50 morti e 160 feriti. Colpite fra le altre le città di Kut, Tikrit, la capitale Baghdad, la città santa di Najaf, Ramadi e Kerbala.
A conclusione della serata mons. Sako ha sottolineato che “questo banchetto è la più forte espressione del digiuno”, perché invita cristiani e musulmani ad “aiutare i fratelli nel bisogno, sentirsi più vicini al povero, all’orfano, alla vedova”. La cena ha assunto una forte carica simbolica anche – e soprattutto – per la partecipazione dello sceicco Ahmed, che testimonia “il valore morale del nostro popolo e i principi alla base delle rispettive religioni”, islam e cristianesimo. A fine serata l’arcivescovo di Kirkuk (nel nord dell’Iraq) ha donato una busta contenente una somma di denaro, da distribuire ai bambini come “espressione di sostegno dei loro fratelli cristiani”. Il gesto è stato apprezzato dall’imam, che ha ringraziato il presule per la sua presenza e, ha aggiunto, per “le iniziative dei nostri fratelli [cristiani] che sono sempre i primi ad aiutare”.
In occasione del Ramadan, mese sacro di digiuno e preghiera per l’islam, la diocesi di Kirkuk ha organizzato una serie di iniziative in comune fra cristiani e musulmani. A inizio agosto una delegazione guidata dall’arcivescovo ha visitato il distretto sanitario e donato 300 kg di medicine da distribuire agli ospedali. In precedenza donne cristiane e musulmane si sono riunite per un convegno interconfessionale sulla violenza, al termine del quale hanno elaborato iniziative comuni.
Tuttavia, nelle ultime settimane si sono registrate anche attacchi mirati contro chiese e attentati che hanno causato un vero e proprio bagno di sangue: il 2 agosto è esplosa una bomba davanti alla chiesa siro-cattolica, ferendo 15 persone e causando gravi danni all’edificio cristiano. A metà mese i terroristi hanno colpito la chiesa di sant’Efrem, sempre a Kirkuk, siro-ortodossa e a poche centinaia di metri dalla cattedrale caldea.
Ma gli attacchi colpiscono anche la maggioranza musulmana e semplici cittadini, in una striscia di sangue che non sembra finire. Il 15 agosto una ondata di attacchi in dieci città ha causato circa 50 morti e 160 feriti. Colpite fra le altre le città di Kut, Tikrit, la capitale Baghdad, la città santa di Najaf, Ramadi e Kerbala.
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