05/01/2011, 00.00
PAKISTAN
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Arcivescovo di Lahore: Rischia la vita chiunque si oppone alla legge sulla blasfemia

di Fareed Khan
Il corpo del governatore del Punjab è stato sepolto oggi al Cavalry Ground di Lahore. Al funerale hanno partecipato le principali autorità del Paese. Intervistato da AsiaNews mons. Saldhana, arcivescovo di Lahore condanna l’omicidio di Taseer e invita il mondo e i media ad alzare la voce contro la legge sulla Blasfemia.

Lahore (AsiaNews) –  “Salman Taseer si era battuto per il rilascio di Asia Bibi e aveva anche alzato la voce in merito all’abrogazione della legge sulla blasfemia. Penso che questo sia il principale motivo che si nasconde dietro il suo assassinio”. È quanto afferma ad AsiaNews, mons. Lawrence John Saldanha, arcivescovo di Lahore e presidente della Conferenza episcopale pakistana e della Commissione nazionale di giustizia e pace. Mons. Saldanha, che oggi ha inviato una lettera di condoglianze alla vedova Taseer, dice che "in Pakistan il numero di persone in pericolo di vita è in crescita ed è chiaro che con questo assassinio chiunque si oppone alle legge sulla blasfemia è a rischio".

Governatore della regione del Punjab dal 2008 ed esponente del Pakistan People’s Party (Ppp), Salman Taseer è stato ucciso ieri da un membro della sua stessa sicurezza personale fuori da un caffè di Islamabad. Secondo i media, l'assassino ha dichiarato di aver ucciso il politico per le sue recenti critiche alla legge sulla blasfemia. Il corpo di Taseer è stato sepolto oggi nel cimitero presso del Cavalry Ground di Lahore. Al funerale hanno partecipato, il primo ministro Yousuf Raza Gilani, alcuni ministri federali e un gran numero di persone di ogni ceto sociale.

“Tutta la comunità cristiana – afferma mons. Saldanha - è preoccupata e condanna l’omicidio di Taseer,  che era un grande uomo”. L’arcivescovo invita tutto il mondo e i media ad alzare la voce contro l’intolleranza e l’estremismo in Pakistan.  

Oggi numerose associazioni per i diritti umani hanno criticato l’assassinio ed espresso condoglianze per la morte di Taseer.

La Human Rights Commission del Pakistan (Hrcp) ha condannato l'assassinio del governatore, esprimendo dolore e allarme per il suo omicidio, definendolo come una manifestazione della crescente intolleranza nella società.

In comunicato, Mehdi Hasan, responsabile dell’Hrcp, ha affermato che il gesto deve essere condannato da tutte le persone sane di mente, e sottolineato la crescita della violenza e dell’intolleranza nella società pakistana. Hasan ha anche invitato le autorità a compiere un’indagine approfondita per stabilire le reali motivazioni del killer, in modo da evitare che la gente giunga a conclusioni.  “Sarebbe infatti deplorevole – afferma il comunicato - se venisse fuori che il governatore è stato ucciso non solo per le sue posizioni in favore di Asia Bibi e contro la legge sulla blasfemia, ma anche per divergenze con gli avversari politici”. 

Altra condanna è giunta da Shahbaz Bhatti, cattolico e Ministro federale per le minoranze. Bhatti ha dichiarato che sono state le posizioni Taseer contro la legge sulla blasfemia a provocare la sua morte. Il ministro ha lanciato due settimane di lutto da parte della minoranze religiose del Pakistan. In un comunicato inviato ad AsiaNews, Bhatti ha chiesto un'indagine approfondita per l'assassinio e ha dichiarato l che devono essere messi sotto indagine tutte quelle organizzazioni islamiche che hanno emesso decreti religiosi contro Taseer.  “Questi – afferma Bhatti - sono gli elementi che stanno creando l'anarchia nel paese. Questo omicidio è il risultato di istigazione fatta negli ambienti religiosi che auspicavano all’ assassinio del governatore”. 

 In questi anni Taseer è stato una delle voci moderate più forti del Paese contro la legge sulla blasfemia, l'estremismo religioso, la minacciosa avanzata dei Talebani e di al Qaeda. Di recente si era distinto per aver perorato la causa di Asia Bibi, la donna cristiana del Punjab condannata a morte per blasfemia, nonostante le critiche del suo partito. In questi mesi, Taseer aveva visitato Asia Bibi in carcere e aveva chiesto al presidente la concessione della grazia, provvedimento poi fermato da un ordine del tribunale.  

 

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