Architettura sacra in Russia, alla ricerca di nuovi stili (Foto)
Dopo 70 anni di comunismo, si torna a ricostruire chiese. Vi è un ritorno all’antico, ma anche tentativi di rileggere la tradizione e aprirla al mondo contemporaneo. Alcuni esempi.
Mosca (AsiaNews) - L’architettura sacra in Russia sta vivendo un periodo fecondo, a partire dagli anni 90, quando si è ricominciato a costruire chiese nuove, dopo oltre 70 anni di comunismo. Si è dovuto rifondare da zero la tecnica e la concezione dell’architettura sacra, cercando di ritrovare le forme che esistevano prima della rivoluzione del 1917.
Tali forme in realtà erano piuttosto varie, a partire dell’architettura della Russia antica, soprattutto tra il XII e il XVI secolo. In seguito, tra il Settecento e il Novecento, la Russia si piegò al barocco e al classicismo. Questi stili sono stati rifiutati dopo il comunismo come non abbastanza ortodossi.
Negli ultimi anni si fa strada il cosiddetto “stile neo-russo”, a partire dall’architettura di tendenza liberty dell’inizio del XX secolo, che si basa sull’imitazione dell’antica arte russa. L’architettura contemporanea viene invece rifiutata, rimanendo in sostanza nel “ghetto dello storicismo” che caratterizza tutta la vita dell’Ortodossia russa contemporanea. Ci sono comunque alcuni esempi di chiese russe moderne, che suscitano un certo interesse anche per i possibili sviluppi futuri.
Lo skit (eremo) di San Vladimir nel monastero di Valaam, edificato negli anni 2006-2007 da un collettivo di autori guidato da Andrej Anisimov, con gli architetti Tatjana Efimova e Natalja Blednova, è un imponente esempio di architettura eclettica, a imitazione delle chiese medievali di Novgorod e Pskov, con altari ad abside singola e grandi campanili. Le cupole “neo-russe” a elmo con altri elementi dell’arte moscovita del Cinquecento ne fanno un modello sintetico dominante per l’arte russa delle nuove chiese.
La chiesa di san Pietro apostolo a San Pietroburgo, su progetto di Andrej Lebedev, è uno dei più eclatanti esempi di stile neo-russo, con la sua particolare silhouette e il minimalismo dei dettagli, molto simile al “modernismo” pre-rivoluzionario. Manca al suo interno un progetto complessivo si decorazione iconografica, ciò che per la Russia è piuttosto raro.
La chiesa dedicata alle sante Vera, Nadezhda e Ljubov e alla loro madre Sofia a Kirov (Fede, Speranza, Carità e madre Sapienza, nomi teologici di donne martiri della storia ortodossa), nel nord della Russia europea, è stata costruita tra il 1997 e il 2003, su progetto di Evgenija Skopina. È una delle chiese più interessanti come concezione: i diversi triangoli del disegno richiamano l’epoca del classicismo russo, ed evocano le tre martiri intorno alla madre. Il corpo inferiore della chiesa si rifà al barocco russo, nonostante il giudizio negativo oggi corrente su questo stile “poco ortodosso”. Questo indica che nelle provincie russe influisce ancora molto lo spirito degli architetti occidentali dei secoli XVIII-XIX.
La chiesa del Beato Serafino di Sarov a Bilibino, nell’estremo nord-est siberiano della regione di Chukotka, costruita tra il 2003 e il 2009, è piuttosto interessante per lo stile originale e audace per le tradizioni ortodosse, anche per le risoluzioni artistiche degli interni dell’artista moscovita Vitalij Melnichuk, tanto che il vescovo locale, il conservatore Diomid, si è rifiutato di consacrarla. Si richiama in realtà alle chiese di legno siberiane del Settecento, molto “terrene” per la pianta detta “otto su quattro”, che imita le rocce della regione, come se fosse costruita direttamente sul terreno locale.
La chiesa di San Nicola il Taumaturgo a Povents in Carelia, la parte russa della Finlandia, è dedicata alle centinaia di migliaia di prigionieri dei lager morti nella costruzione del Belomorkanal, il canale tra il Mar Bianco e il Mar Baltico, una delle più grandi opere del periodo staliniano. Edificata tra il 2003 e il 2004 dall’architetto Elena Shalovalova, è un vero esempio di chiesa russa contemporanea, anche se piuttosto discutibile nella composizione tra il possente corpo centrale e i lati troppo compressi dell’edificio. Il famoso canale scorre proprio sotto la chiesa, che ricorda anche le chiese del monastero delle isole Solovki, il primo lager aperto da Lenin per il clero ortodosso e cattolico. L’ “effetto lager” è sottolineato dal rivestimento di rozzo cemento e dalla gabbia del campanile, che ricorda le torrette di avvistamento dei confini della “zona” dei campi di concentramento. È una chiesa che viene accostata all’architettura moderna occidentale stile Le Corbusier e August Perret.
La Cappella Missionaria del Nord, o chiesa ICHTUS del 2013 su progetto di Ivan Zemljakov e Daniil Makarov, è un piccolo edificio costruito nel 2013 all’interno dell’arcipelago delle isole Solovki, da sempre un modello privilegiato per la spiritualità, l’arte e la cultura russa, e luogo di martirio di tanti sacerdoti e vescovi sotto il regime bolscevico. È un raro modello non orientato sullo stile antico, poco riconoscibile come chiesa, ma molto ben inserito nei labirinti di pietra dell’isola, come una profezia per la Chiesa russa del futuro.
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