Arabia Saudita, una petizione di 500 intellettuali per liberare il blogger contrario alla sharia
Riyadh (AsiaNews/ Agenzie) - Circa 500 intellettuali Sauditi chiedono di liberare "subito e senza condizioni" Turki al-Hamad, l'attivista arrestato nei giorni scorsi con l'accusa di aver diffuso su Twitter frasi offensive contro il profeta Maometto e l'islam. La petizione è stata indirizzata a Salman bin Abdul Aziz, principe ereditario e ministro della Difesa del regno. Fra i firmatari del documento vi sono Manal al-Sherif e Najla Hariri, le due attiviste divenute famose, che si battono da anni per estendere anche alle donne la patente di guida, e Ahmad Adnan, noto giornalista liberale.
La colpa di al-Hamad è di aver criticato la monarchia per la sua interpretazione troppo rigida dell'islam. In post sul social network egli paragona il monarca e le autorità religiose a dei nazisti e li accusa di aver completamente travisato il messaggio di Maometto, diffondendo l'odio e l'intolleranza. Secondo i 500 intellettuali il suo arresto è un atto "scellerato, ingiusto e inaccettabile che viola i diritti umani". Le autorità avrebbero travisato i commenti dell'attivista che non avevano alcun riferimento alla religione musulmana in quanto tale e al profeta Maometto.
L'esplosione dei social network ha costretto il ministero degli Interni ad aumentare il controllo su internet. Facebook, Twitter e blog sono divenuti uno dei principali strumenti di critica alla rigida monarchia sunnita, che proibisce qualsiasi comportamento non conforme alla sharia, la legge islamica. Il caso più grave riguarda l'attivista Raif Badawi arrestato in giugno a Jeddah con l'accusa di apostasia. Egli rischia la pena di morte. In maggio l'uomo aveva lanciato attraverso il suo sito web "la giornata del liberalismo", invitando tutti i cittadini a protestare contro la dittatura religiosa.