Appello delle donne per la pace, 14mila civili fuggono dall’est
Colombo (AsiaNews) – Hanno chiesto la pace per il loro Paese le donne dello Sri Lanka che ieri, 8 marzo, si sono dette “contrarie ad ogni festeggiamento perché il clima non è quello di una festa ma di un conflitto, che aspetta ancora una soluzione definitiva”. Proprio ieri si è verificato un grande esodo di civili, circa 14mila, dalla zona di Batticaloa, nell’est, dove si stanno ammassando le truppe cingalesi in vista di un’offensiva contro i ribelli tamil. La popolazione, riferiscono fonti locali, ha paura di essere usata come scudo umano dalle parti in lotta. Nei prossimi giorni i combattimenti dovrebbero intensificarsi: l'esercito governativo si preparerebbe infatti ad attaccare i separatisti nell’area di Thoppigala.
“Non possiamo dire di voler festeggiare alcuna ricorrenza in questo clima – dice ad AsiaNews S.K.B. Rajakaruna, impiegata statale a Colombo – nel nord-est, dove le donne stanno subendo ogni sorte di atrocità da rapimenti ad omicidi e come loro molte altre persone”. “Ci uniremo alle altre donne nel mondo per festeggiare questa Giornata solo quando avremo la pace – continua – per questo chiediamo al presidente Rajapakse di risolvere la crisi senza spargimento di sangue”.
Stesso appello è quello lanciato da Sriyani Fernando, coordinatrice del gruppo femminile “Sri Vimukthi” di Negombo. “Dobbiamo costringere il nostro governo a portare la vera pace nel Paese; Rajapakse ha il potere e il dovere di farlo, per il bene della popolazione”.
Negli ultimi 15 mesi la guerra ventennale tra esercito e ribelli tamil - che chiedono l’indipendenza del nord-est - ha provocato la morte di almeno 4mila persone. Una tregua tra le parti, siglata nel 2002, non è mai stata rispettata. Secondo la Commissione per i diritti umani dello Sri Lanka, nei primi due mesi del 2007 si sono registrati quasi 100 rapimenti e sparizioni, la maggior parte a Colombo, Batticaloa e Jaffna.