04/07/2005, 00.00
LIBANO
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Appello del card. Sfeir per il rilancio della vita religiosa

di Youssef Hourany

Beirut (AsiaNews) - "Appello urgente" del Patriarca maronita Nasrallah Sfeir a tutti i religiosi del Libano, perché comincino un'azione di rinnovamento spirituale, capace di condurre tutti i credenti sulla via della santità. Il cardinale Sfeir ha preso spunto dalla celebrazione del 50/mo anniversario della morte del venerabile servo di Dio, padre Giacomo Haddad, cappuccino, fondatore della Congregazione religiosa della Santa Croce, e del primo centenario della creazione della congregazione, che conta oggi 300 suore in tutto il mondo.

Al rito erano presenti il presidente della repubblica libanese, il generale Emile Lahoud, il nunzio apostolico in Libano mons Luigi Gatti, la superiora generale della Congregazione della Santa Croce, madre Rita Makhlouf , e molti prelati,ministri, sacerdoti, religiosi e più di mille fedeli.

Nell'occasione il Patriarca Sfeir ha avuto un incontro a quattr'occhi con il presidente Lahoud,  il secondo nell'arco di dieci giorni. Fonti vicine dal patriarca hanno detto ad AsiaNews che l'incontro è stato caratterizzato dall'ascolto reciproco e dalla volontà di far uscire il Paese dalla crisi attuale con mezzi democratici, lontani anche dal linguaggio della guerra.

Il Patriarca ha ricordato il principio fondamentale della vita consacrata predicato da p. Giacomo: "Figlie miei amate Cristo attraverso i suoi fratelli poveri". Egli ha indicato in padre Giacomo un modello di santità e di semplicità. Padre Giacomo, ha detto il Patriarca Sfeir, "era l'uomo di Dio, che affidava tutte le sue opere alla Provvidenza divina, egli ha voluto avere una sollecitudine particolare verso i più bisognosi della carità e dell'amore dei fratelli". La missione di p. Giacomo Haddad, rimane indispensabile anche ai giorni nostri, a servizio dei poveri, degli emarginati, dei malati e degli invalidi che soffrono di handicap mentali o corporali.

Il card. Sfeir ha parlato anche dell'amore di padre Giacomo verso i sacerdoti: "egli - ha detto il Patriarca - ha voluto fondare una casa di accoglienza per i sacerdoti anziani e malati, la casa del Cristo Re a Zouk Mosbeh, nel nord di Beirut, perché credeva nell'esigenza di assicurare un passaggio sereno e tranquillo verso l'al di là ai sacerdoti che hanno offerto la loro vita alla Chiesa", Padre Giacomo Haddad , infatti, era molto povero dal punto di vista materiale, sull'esempio del suo padre carismatico, San Francesco d'Assisi, ma molto ricco dal punto di vista spirituale, fedele al rispetto totale dei voti religiosi offriva tutto per l'amore di Dio e dei fratelli.

Il cardinale ha espresso la speranza di vedere padre Giacomo innalzato in tempo breve agli onori degli altari, come Charbel Makhlouf, Santa Rebecca Rayes e santo Neemtallah Hardini, figli devoto della Chiesa maronita, "perché la Chiesa e la Patria hanno ancora bisogno di testimoni integri".

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