Appello del Pime per la liberazione di p. Bossi
Nel testo, dal titolo “Noi speriamo ancora”, i missionari del Pontificio Istituto Missioni Estere nelle Filippine invitano chiunque sappia la verità a farsi avanti per aiutare le ricerche di p. Giancarlo Bossi, rapito lo scorso 10 giugno nell’arcipelago meridionale di Mindanao.
Zamboanga (AsiaNews) – Dietro il rapimento di p. Giancarlo Bossi “vi è un gruppo ben organizzato ed armato” che ha “pianificato questo gesto con attenzione”, ma vi sono anche “degli interessi ancora oscuri”, che “devono essere rivelati da persone di buona volontà”.
E’ questo il senso di una dichiarazione pubblica firmata dai missionari del Pontificio Istituto Missioni Estere nelle Filippine, che chiedono a chiunque sappia qualcosa sulla sorte di p. Bossi di farsi avanti ed aiutare le ricerche del sacerdote.
Il testo, pubblicato sul blog creato dai missionari per raccogliere informazioni e preghiere su p. Giancarlo, si chiude con la speranza di poter condividere presto “la gioia della resurrezione con p. Bossi, che forse ora si sente abbandonato, come Gesù sulla croce”.
Riportiamo di seguito il testo integrale.
Noi speriamo ancora
“Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?” (Mc 15:34)
P. Giancarlo Bossi, missionario del Pime, è stato rapito lo scorso 10 giugno nella parrocchia di Payao, Prelatura di Ipil, provincia di Zamboanga Sibugay. Ad oggi, 21 giugno [ora locale ndr], non vi sono stati contatti con i rapitori o con qualcuno che abbia potuto verificare la sua condizione. Da quello che abbiamo saputo fino ad ora, i rapitori ed i mandanti non sono stati identificati con chiarezza, anche se tutto fa pensare ad un gruppo ben organizzato, che ha potuto usare una barca potente ed è ben armato e ben equipaggiato. La cattura di p. Giancarlo è stata pianificata con attenzione.
Chi sono i rapitori e chi i mandanti? Chi c’è dietro questo dramma? Perché non dichiarano i loro scopi? Perché giocano con la vita di una persona, un religioso che vive per servire la popolazione di una zona remota? Stanno minacciando qualcuno, fosse anche l’intero Paese o la comunità internazionale? Devono avere uno scopo. Qualcuno deve sapere di questo piano.
Il governo dice di star utilizzando tutte le risorse a sua disposizione per cercare il rapito. Il Fronte islamico di liberazione Moro ha dichiarato a sua volta di aver accesso a diversi gruppi armati dell’area. I leader religiosi ed i fedeli di ogni credo pregano ed invocano solidarietà. Perché questa agonia dell’attesa? Quali interessi sono coinvolti in questa storia? Noi possiamo solo chiedere compassione.
Noi crediamo che Dio sappia chi è implicato in questa storia, e perché. Ma Dio potrebbe essere in attesa di una persona sincera e coraggiosa, che possa rivelare la verità. Come i bombardamenti avvenuti a Bansalan la scorsa settimana, che hanno distrutto delle vite e provocato tanti feriti e sofferenti. Come gli omicidi di tante persone impegnate per il bene, o i loro rapimenti e le minacce che ricevono. Chi può denunciare gli autori di queste atrocità? Vi sono dei collegamenti fra questi fatti?
Certamente il Dio dei cristiani, Allah il misericordioso ed il dio dei tribali vorrebbero liberare tutte le vittime, e tutti noi, dalla paura causata da questi avvenimenti. Preghiamo affinché delle persone di buona volontà si impegnino per far uscire la verità, e liberino la nazione da questi tremendi atti di tensione. Forse p. Giancarlo si sente abbandonato come Gesù sulla croce: possa invece condividere con noi e con la nostra popolazione la gioia della resurrezione.
I missionari del Pime nelle Filippine
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