07/10/2010, 00.00
SRI LANKA
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Appello dei vescovi cingalesi per il rilascio di Sarath Fonseka

di Melani Manel Perera
La Conferenza episcopale cattolica rivolge un accorato appello al presidente Rajapaksa perché consideri i meriti di Fonseka e lo liberi. Appelli anche dei leader buddisti. Larga parte della nazione si mobilita per sostenerlo e chiederne il rilascio.

Colombo (AsiaNews) – “Si liberi Sarath Fonbseka, quale riconoscimento del suo importante servizio per la nazione [svolto] anche a rischio della propria vita”. La Conferenza episcopale cattolica dello Sri Lanka (Cbcsl) ha emanato il 5 ottobre un pressante invito al governo per la liberazione dell’ex capo militare arrestato per ritenuti abusi del suo ufficio. La Cbcsl si riferisce al servizio reso al Paese come militare e come capo della forze armate, nel periodo difficile e pericoloso della guerra civile.

“Desideriamo – dice la dichiarazione – rivolgere un appello a Sua Eccellenza il presidente, l’onorevole Mahinda Rajapaksa perché consideri il rilascio di Sarath Fonseka quale riconoscimento del suo importante servizio alla nazione, anche al costo di avere quasi perso la vita”.

L’ex militare ha iniziato ad essere accusato di gravi reati dopo che lo scorso gennaio si è presentato alle elezioni presidenziali come antagonista del presidente uscente Rajapaksa. Il suo partito Alleanza democratica nazionale ha sempre parlato di processi non equi e di una persecuzione contro il leader dell’opposizione al governo.

I vescovi hanno anche espresso profonda preoccupazione con riguardo alla persona di Fonseka e alle circostanze che hanno portato alla sua carcerazione.

Posizione analoga è stata espressa da altri leader religiosi. Il venerabile Maduluwawe Sobitha Thero ha pure richiesto a Rajapaksa di liberare il generale Fonseka. Il venerbabile, in una conferenza tenuta al National Bhikku Front a Colombo il 5 ottobre, ha ricordato che “Sarath Fonseka è un comandante senza paura, un eroe. Una persona che non ha mai fatto cose cattive non dovrebbe mai chiedere il perdono”. “Noi sappiamo che anche se egli morisse in prigione, mangiando in un piatto di latta, non dovrà mai chiedere perdono. Anche noi non dovremmo chiedere perdono in simili circostanze”. Thero ha anche chiesto di mettere in prigione, piuttosto, lui e centinaia di bhikku (fedeli buddisti che hanno rinunciato alle cose del mondo e hanno scelto una vita contemplativa).

Nel Paese cresce la protesta per la detenzione di Fonseka. Dichiarazioni contrarie e richieste di liberazione sono state avanzate, tra l’altro, da parlamentari, sindacati, media, organizzazioni sociali e per la tutela dei diritti.

Oggi dopo pranzo è fissato un Adhistana Pooja (meditazione) al Mahamaluwa a Kandy, condotta da Thero con un largo numero di fedeli buddisti, per il rilascio di Fonseka.

Domani è indetta una marcia di protesta, organizzata dal Jathika Sevaka Sangamaya, gruppo affiliato al Partito United National, pure per la sua liberazione.

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