Appello dei cattolici per l'abolizione della pena di morte
Manila (AsiaNews) "Abrogare la pena di morte" e promuovere "una nuova normativa che reprima il crimine e protegga la società, senza colpire la vita". È quanto hanno chiesto al presidente Arroyo la chiesa cattolica filippina e il movimento contro la pena capitale in occasione della recente giornata mondiale contro la pena di morte.
Padre Robert Reyes, responsabile della coalizione per l'abrogazione della pena capitale, si batte per riaffermare la dignità detenuti e sottolinea che "le attenzioni sono puntate sul prigioniero e sulla necessità di tenerlo in carcere, mentre non si presta la dovuta importanza a ciò che succede in questa società in cui la violenza e l'ingiustizia sono istituzionalizzate".
"I prigionieri che scontano la pena nel braccio della morte denuncia il religioso sono i testimoni concreti di una realtà sociale i cui valori sono il potere e la competizione. Al contrario, quelli che dispongono dei 'giusti agganci' possono perpetrare crimini e abusi con la certezza di rimanere impuniti".
P. Reyes afferma che anche i criminali devono godere dei diritti umani, pur nella consapevolezza della colpa commessa: "Sia gli uomini liberi, sia i carcerati devono poter vivere una vita dignitosa, integra e che abbia un significato. Dobbiamo lottare per abolire la pena di morte e promuovere una società che si basi su una giustizia equa, sulla compassione e sul ripristino di una vita dignitosa per i detenuti".
"La pena di morte è stata reintrodotta 10 anni fa e non è cambiato nulla" afferma Maria Socorro Diokno, segretario generale del Gruppo volontario di assistenza legale (FLAG). "L'incidenza dei crimini non è calata sottolinea l'attivista nonostante le 7 esecuzioni, i 1082 detenuti nel braccio della morte, le 209 persone in attesa di essere uccise, di cui 42 nei prossimi mesi. Se togliamo i sabati e le domeniche si prevede un'esecuzione al giorno per tutto l'anno". Diokno evidenzia un dato preoccupante: secondo la Corte Suprema, il 77% delle condanne a morte è frutto di errori giudiziari.
Il FLAG si batte da tempo a favore dei detenuti nel braccio della morte: "Il paese deve affrontare ogni giorno problemi sociali, politici, economici; così il dramma dei condannati passa sotto silenzio. Ecco perché abbiamo deciso di rinnovare l'appello per l'abolizione della pena capitale" afferma Diokno, che ribadisce l'importanza della prevenzione: "Oggi il vero problema è che non si affrontano alla radice le cause della criminalità. Per estirpare il crimine non basta la pena di morte: essa non è stata e non sarà mai la soluzione".
Nelle Filippine la pena capitale è stata reintrodotta il 1 gennaio 1994 ed è comminata per 13 reati: tradimento, pirateria, corruzione, parricidio, omicidio, infanticidio, rapimento e detenzione di persona, rapina con violenza, incendio doloso, stupro, frode (di almeno 2 milioni di dollari), alcuni reati di droga, furto di un veicolo con stupro e/o omicidio. La pena di morte non può essere inflitta a minori di 18 anni e anche ad ultrasettantenni al momento del reato.
Associazioni per i diritti umani denunciano gravi soprusi nell'amministrazione giudiziaria: in particolare vengono segnalati casi di tortura nei confronti di sospetti criminali al fine di estorcerne le confessioni.
Nel paese esiste un'associazione chiamata "il club della ghigliottina": essa è costituita da giudici che appoggiano pubblicamente la pena di morte quale deterrente per i crimini.