Anwar libero chiede ancora le riforme
Kuala Lumpur (AsiaNews/Agenzie) "Finalmente è tutto finito. Sono riconoscente al primo ministro, Abdullah Badawi, per non aver interferito con la giustizia. Chiedo al governo di procedere con le riforme necessarie". Con queste parole l'ex ministro Datuk Seri Anwar Ibrahim si è rivolto agli oltre 600 suoi sostenitori che, tra preghiere e canti di gioia, aspettavano la sua uscita dal palazzo di giustizia di Kuala Lumpur.
Ieri la Corte federale ha deciso la scarcerazione dell'ex ministro, in prigione da sei anni per corruzione e che doveva scontare altri 9 anni per sodomia. Molti nel Paese e all'estero considerano il caso Anwar una manovra politica dell'allora primo ministro Mahathir Mohammed, che avrebbe voluto così allontanarlo dalla scena politica a causa delle sue posizioni fondamentaliste.
Mahathir ha negato di aver organizzato una cospirazione giudiziaria ai danni del suo ex vice e ha aggiunto: "Ho la coscienza a posto. Per quanto mi riguarda sono ancora convinto che Anwar sia colpevole". Anwar ha ribadito che la sua prigionia è stata "per motivi politici", ma che non cerca vendetta: "È stata fatta giustizia".
Unanime nel Paese il consenso sulla decisione della Corte federale. Una folla numerosa si è radunata questa notte intorno all'abitazione di Anwar. Per le strade di Kuala Lumpur si vendevano registrazioni dei suoi discorsi. Anwar era considerato un prigioniero politico. Durante questi anni si sono svolte numerose proteste contro il suo trattamento in carcere.
"Ho desiderato tanto questo momento. Finalmente posso tornare ad essere madre e moglie", ha dichiarato Azizah Ismail, moglie di Anwar, entrata in politica (guida il National Justice Party) dopo l'arresto del marito.
"È una decisione giudiziaria e come tale la accettiamo" ha commentato il premier Abdullah Badawi, riferendosi alla scarcerazione di Anwar. Egli ha poi aggiunto che, se necessario, il governo gli fornirà un passaporto per recarsi in Germania e curare i postumi dei maltrattamenti subiti in carcere.
La liberazione dell'ex ministro rappresenta un momento decisivo per il governo Badawi, vicino agli obiettivi dello stesso Anwar: tolleranza e lotta alla corruzione. La detenzione di Anwar e le violenze da lui subite hanno messo in discussione la pretesa della Malaysia di presentarsi come modello nel coniugare islam e modernità. Analisti affermano che se il primo ministro procederà con le riforme questo potrebbe verificarsi un nuovo inizio per il Paese.
Negli ultimi anni '90, Anwar era vice primo ministro della Malaysia e leader del movimento riformista. Uomo di grande carisma, mirava a modernizzare la Malaysia mantenendo forti legami con la base islamica anche quella più integralista. I suoi sostenitori sperano oggi in un suo ritorno alla politica attiva, anche se con un ruolo ridimensionato. (MA)
02/09/2004
10/12/2020 14:27