20/12/2005, 00.00
Turchia
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Antiochia, cristiani e musulmani attorno al presepio

di Mavi Zambak

In Italia si tende a cancellare il presepio, per "rispetto" dei musulmani (si dice). In Turchia le scuole fanno a gara per capire il Natale del profeta Gesù, la mangiatoia e la messa.

Antiochia (AsiaNews) - Natale è alle porte. Qui ad Antiochia, nel sud della Turchia, arriva silenzioso, senza lo sfarzo delle luminarie per le strade, la violenza esasperante della pubblicità urlata sui giornali e in televisione, l'attrazione delle vetrine addobbate di luccichii, la sorprendente fantasia di presepi e alberi di natale, le nenie che riempiono l'aria di dolci melodie, l'affanno degli ultimi regali da comprare per non scontentare nessuno.

Ma questo nulla toglie al desiderio di dare degna accoglienza a Gesù Bambino "vestendo a festa" la nostra chiesa con fiori, candele e tovaglie nuove, e soprattutto con il presepe per celebrare e illustrare il grande mistero di Dio fatto uomo debole ed indifeso; per esultare insieme per la Sua Luce che ha squarciato le tenebre… e per essere segno e memoria di un evento così grandioso e soprannaturale, vissuto qui nel nascondimento e nell'anonimato, nella misera "banalità" di ogni giorno. E il nostro presepe diventa attrazione per piccoli e grandi.

Ricordo di un evento storico a portata universale. La visita alla chiesa cattolica è un appuntamento caro a molti cristiani e non. Proprio mentre in Italia dopo l'arrivo di tanti musulmani qualcuno ha pensato di mettere in cantina, di togliere dalle scuole, di nascondere ciò che fa parte della tradizione natalizia, per non creare disagi a chi ha un credo diverso dal nostro, suscitando però un vespaio di polemiche e discussioni, qui le classi ci tengono a raccogliersi intorno alla mangiatoia di Gesù bambino e ad ammirare la nascita di questo grande profeta, facendo domande sul significato degli angeli, delle candele, della capanna: segni che diventano motivo di riflessione e di interesse. Ed è occasione per noi di presentare il messaggio evangelico a partire da poche, comuni statue di gesso.

Le fiumane di bambini, nelle loro divise azzurre, sono accompagnate dagli insegnanti, che le introducono così: "Desiderano vedere la chiesa e soprattutto il presepe. E' la prima volta per loro. Sappiamo che per voi si avvicina una festa grande e vogliamo condividerla con voi".

Un semplice presepio, con i classici personaggi, angeli e pecorelle, le montagne di cartapesta e la capanna in legno: ma per i bambini è sempre un incanto.

E sono gli insegnanti, musulmani ovviamente, che generalmente spiegano loro: "I cristiani nel giorno di Natale festeggiano la nascita di Gesù, profeta mandato da Dio nel mondo per portare la pace, l'amore, la fratellanza; per insegnarci a volerci bene. E davvero vuole che lo imitiamo se vogliamo vivere secondo Dio. Gesù è stato una persona buona e questo i pastori lo sapevano… ecco perché, appena nato, sono andati a lodarlo e pregarlo…".

Non una parola, occhi sbarrati, bocche spalancate. Incantati dalle luci e dalle statue.

In questi giorni sarà un susseguirsi di visitatori e i più interessati sembrano essere i grandi che si affacciano con curiosità al grande mistero illustrato dal presepe, cercando di intuire qualcosa di questo Dio nato in una grotta e capace di trasformare la vita, portando amore e pace anche nei cuori più tormentati. Tanti verranno qua a chiedersi cosa vedono di così speciale e "potente" i cristiani in questo profeta neonato.

Persino per il prefetto, il capo della polizia, le autorità di spicco della città, nel giorno di Natale, c'è un appuntamento fisso sulla agenda: la visita alla chiesa cattolica, non solo per gli scambi degli auguri al parroco e alla comunità cristiana, ma anche per ammirare il presepio, sempre uguale, ma sempre originale e affascinante.

E chissà se come l'anno scorso anche in questo 25 dicembre, sarà il prefetto stesso ad illustrare il senso di questa capanna ai suoi collaboratori e colleghi, sottolineando l'importanza e la bellezza di questa tradizione cristiana, che con gusto e arte sa incantare e raccontare chi è il vero protagonista del Natale.

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