Anson Chan: partecipo alle elezioni perché è “un momento cruciale” per la democrazia
Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – L’ex Segretario generale di Hong Kong, Anson Chan Fang On-sang ha confermato oggi la sua candidatura per le prossime elezioni del parlamento locale (Legco). In una conferenza stampa Chan, che più volte aveva escluso tale possibilità, ha detto che è stata convinta per “l’enorme richiesta popolare ricevuta, specie negli ultimi 10 giorni”, ma anche perché è un “momento cruciale” per la città, con “la consultazione pubblica in corso sul 'libro verde' e la riforma costituzionale”. Il 'libro verde’ sono le proposte elaborate dal governo cittadino per una possibile riforma costituzionale, ora sottoposte all’opinione popolare i cui risultati saranno presentati a Pechino.
“L’intera questione del suffragio universale… e la posizione del governo – ha spiegato - saranno al centro del voto. Questi motivi… mi hanno portato alla presente scelta”. Ha espresso la volontà di “operare nel Legco allo sviluppo della democrazia”, nella comprensione delle difficoltà del governo e “dell’importanza del rapporto con Pechino”. “Ottenere la fiducia del governo centrale è decisivo per raggiungere il suffragio universale e promuovere il movimento democratico di Hong Kong”.
Anson Chan, 67 anni e da 39 attiva nella vita pubblica. Cattolica, è stata la prima cinese di Hong Kong ad avere un ruolo nella leadership della colonia britannica. Nel ‘92 l’ultimo governatore inglese, Chris Patten, l’ha voluta come segretaria generale. Col ritorno di Hong Kong alla Cina, il nuovo capo dell’esecutivo, Tung Chee-hwa, l’ha confermata nell’incarico. Nel 2001, senza alcun rumore, ha dato le dimissioni, ma è ancora amata e apprezzata da tutti, ferma nei principi, intelligente, efficiente. La popolazione del territorio ha sempre sperato di eleggerla come governatore, soprattutto dopo i fallimenti nella gestione Tung. Si è sempre battuta per l’autonomia di Hong Kong, garantita dalla Basic Law (un Paese, due sistemi) sottoscritta da Pechino. Dopo anni di silenzio, è riapparsa in pubblico a fine 2005 per sostenere la democrazia e nel 2006 ha costituito un gruppo per ottenere la riforma costituzionale e “promuovere il suffragio universale a Hong Kong per il 2012”. Nonostante le pressanti richieste dei partiti democratici, non ha voluto partecipare alle elezioni del 2007 per il capo dell’esecutivo perché ritenute “non abbastanza democratiche”, dato che votano solo 800 delegati in gran parte scelti da Pechino, “invece che i 6 milioni di abitanti di Hong Kong”. Durante i lavori preparatori per il 'libro verde’ ha proposto di rendere più rappresentativi, ampliandoli, i collegi elettorali ufficiali per gli affari e le professioni che eleggono metà dell’assemblea legislativa, come passo per la loro abolizione dal 2016. Ma le sue proposte non sono state inserite nell’appendice del 'libro verde’ perché definite dal governo troppo “voluminose”. E’ critica verso questo documento del governo municipale, che ha definito come “un insieme di confusione e di procrastinazione”, ricordando che il capo dell’esecutivo Tsang Yam-kuen durante la campagna elettorale “ha promesso ai residenti che avrebbe considerato con la massima attenzione il loro punto di vista e lo avrebbe riferito con precisione al governo centrale”.