Ansia e manifestazioni a Damasco in attesa delle mosse dell'Onu
Damasco (AsiaNews) Manifestazioni di piazza, oggi a Damasco, mentre a New York il Consiglio di sicurezza dell'Onu esamina il rapporto di Detlev Mehlis, capo della commissione d'inchiesta sull'assassinio dell'ex primo ministro libanese Rafi Hariri. Sulla questione è intervenuto oggi anche il presidente Bush che, in un'intervista ad Al Arabya, ha detto di sperare in una soluzione negoziata della situazione, che vede la Siria pesantemente coinvolta nell'attentato che l 14 febbraio costò la vita all'ex premier libanese e ad altre 19 persone, ma è tornato a non escludere la possibilità dell'opzione militare.
Damasco, dal canto suo, continua nell'azione di contestazione delle conclusioni del rapporto Mehlis, definito una risposta immediata all'atteggiamento del governo siriano verso l'Iraq, e nella mobilitazione della piazza. In 20.000 si sono radunati oggi nella centrale Piazza dei laghi. I manifestanti innalzavano striscioni contro il silenzio della comunità internazionale di fronte alla "diffamazione" che danneggia la Siria ed il Libano, immagini del presidente Bachar El Assad e di suo padre il defunto Hafez El Assad. bandiere siriane e quelle di Hezbollah (Partito di Dio) filo-iraniano. Secondo l'agenzia ufficiale "Sana", leader religiosi cristiani, musulmani e drusi, che hanno partecipato alla manifestazione, hanno consegnato al Nunzio apostolico in Siria, all'ambasciatore francese ed al rappresentante delle Nazioni Unite lettere di protesta contro le conclusioni della commissione d'inchiesta.
L'archimandrita Paulo, priore del monastero dei Santi Gioachino e Anna a Damasco e l'imam Izzat Darkach, in una dichiarazione comune hanno espresso la loro delusione nei riguardi della comunità internazionale ed hanno ribadito il loro giudizio negativo sul contenuto del rapporto, basato, sostengono, su false testimonianze di persone disoneste, lontane dalle prove e dalla realtà. Essi hanno ammonito sulle conseguenze fatali di questo rapporto che danneggia la Siria ed il Libano. I responsabili religiosi hanno inoltre chiesto alla comunità internazionale di prendersi le sue responsabilità e di non essere debole nel gioco dei Paesi potenti.
A Beirut, intanto, una contestazione del rapporto Mehlis, "soggettivo, politicizzato, vuoto, che non ha rivelato la verità sull'assassinio di Hariri", è stata congiuntamente espressa dal movimento sciita (Amal) presieduto dal presidente della Camera dei deputati libanesi, Nabih Berri e dal partito di Dio di Hassan Nassrallah. che si sono riuniti lunedì nella sede del partito di Dio. In un comunicato essi hanno anche espresso la loro opposizione a qualsiasi sanzione che fosse imposta contro la Siria.