19/08/2011, 00.00
INDIA
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Anna Hazare è libero, comincia il digiuno anti-corruzione

di Nirmala Carvalho
L’attivista indiano è uscito di prigione questa mattina. Vuole obbligare il governo a rendere più severa la legge anticorruzione. L’opinione pubblica e la Chiesa appoggiano la lotta alla corruzione, ma temono derive demagogiche e strumentalizzazioni antidemocratiche.
New Delhi (AsiaNews) - L'attivista indiano anti-corruzione Anna Hazare è stato liberato questa mattina del carcere e comincerà oggi uno sciopero della fame di 15 giorni. Una folla di migliaia di persone lo attendeva a Ram Lila Maidan, un'ampio spazio aperto di Nuova Delhi, dove Hazare effettuerà la sua protesta. Il 74enne ex autista dell'esercito ha raccolto un ampio seguito popolare con la sua azione a favore di una legge anticorruzione. Il suo arresto di tre giorni fa, per impedire il suo sciopero della fame, ha provocato massicce proteste di piazza. Hazare si è poi rifiutato di uscire dal carcere fino a quando non avesse avuto il permesso di effettuare la sua protesta. La polizia aveva inizialmente acconsentito ad uno sciopero della fame di tre giorni, ma è poi stata costretta ad accettare che l'astensione dal cibo duri 15 giorni. Hazare vuole obbligare il governo ha “rinforzare” i termini di un provvedimento anti-corruzione, una piaga diffusa a ogni livello nel Paese. (18/08/2011 Anna Hazare liberato a Delhi: digiunerà 15 giorni contro la corruzione).

Il “fenomeno Hazare” sta polarizzando il Paese. Anche se l’obiettivo è condivisibile, c’è chi teme che la lotta contro la corruzione portata avanti in maniera demagogica venga usata in realtà per minare le strutture democratiche, governo e Parlamento. I pareri sono divisi anche all’interno del mondo cattolico. Il 16 agosto il portavoce della Conferenza episcopale indiana, p. Babu Joseph, rispondendo a una domanda sulla protesta di piazza lanciata da Hazare, ha dichiarato: “Non c’è giustificazione per un’agitazione del genere quando il governo ha introdotto una legge contro la corruzione in Parlamento”. E aggiungeva: “Non possiamo governare il Paese dalle strade”.

Questa dichiarazione ha provocato una lettera, inviata al Segretario della Conferenza episcopale, da p. Anand Mathew, ims, direttore di Vishwa Jyoti Communications, in cui si chiede che la Chiesa prenda posizione a favore di Hazare. “Se la Chiesa è impegnata a favore del popolo e dei poveri, deve uscire dal suo atteggiamento pro-establishment e dal confort delle sue istituzioni e schierarsi con le masse nelle strade. Altrimenti sarà condannata per la sua posizione antipopolare. E’ tempo che I cristiani di ogni denominazione, preti e religiosi e seminaristi portino le istituzioni ad appoggiare questo movimento. E’ il momento giusto per la Chiesa di provare il suo patriottismo e il suo amore per il popolo e non per il partito al governo”.

In realtà la Chiesa vuole evitare strumentalizzazioni politiche esasperate. Il card. Oswald Gracias ha dichiarato: “Bisogna a ogni costo evitare un irrigidimento delle posizioni, da una parte e dall’altra. Dobbiamo lavorare insieme per trovare un modo di mettere fine alla corruzione nel Paese e per risolvere questa crisi”. E Samuel Jaikumar, del Consiglio nazionale delle Chiese dell’India, che raccoglie confessioni ortodosse e protestanti, ha affermato che “bisogna approfittare del fatto che la legge è in discussione in Parlamento per ottenere dal governo una legislazione più severa”.
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