Anhui, Accademia militare in rivolta contro il governo
Hong Kong (AsiaNews) – Migliaia di studenti di un’Accademia militare della provincia centrale dell’Anhui si stanno scontrando da due giorni con la polizia locale, che cerca di fermare la loro violenta protesta contro il governo che non vuole riconoscere i loro diplomi. Secondo un testimone oculare, “oltre 7mila giovani sono scesi per le strade, nonostante vi fossero agenti e soldati. E’ un caos totale”. Lo denuncia Radio Free Asia.
Uno studente, Peng, racconta: “Molti di noi sono stati picchiati. Gli edifici della scuola sono stati messi a soqquadro. Le porte dei corridoi, di acciaio, sono distrutte. Ieri mattina sono arrivati agenti in tenuta anti-sommossa con delle macchine blindate, ma i loro sforzi sono stati inutili. Gli studenti hanno rovesciato le vetture e cacciato i militari”.
Proprio per questo, aggiunge Peng, “il governo locale è molto preoccupato. Ho sentito dire che arriveranno dei soldati dalla regione militare di Nanchino, perché quelli locali non sono riusciti a mediare o a fermarli. Gli studenti sono come dei leoni arrabbiati, non ascoltano nessuno”.
L’Accademia militare dell’esercito per la liberazione del popolo cinese comprende tre diverse tipologie di studenti: cadetti registrati con status militare; studenti a pieno corso senza status militare, che studiano per ottenere il diploma civile; studenti “a contratto” che pagano con mezzi propri gli studi. Questi ultimi rischiano, nonostante le rette salate richieste dall’amministrazione, di vedere i loro diplomi annullati.
Proteste di questo tipo si verificano sempre più spesso in Cina. Data la difficoltà degli esami di accesso alle università governative, infatti, molti giovani si rivolgono a costosi istituti privati che in teoria sono riconosciuti dallo Stato oppure entrano a pagamento in istituti pubblici come questo. Nella pratica, Pechino ha interrotto il riconoscimento di questi titoli di studio rendendo inutile lo studio e la spesa affrontati dagli studenti.
Un’amministratrice dell’Accademia conferma quanto sta avvenendo: “Tutti gli studenti coinvolti nella protesta sono del sesto dipartimento, quelli senza status militare”. Un insegnante, anonimo, cerca di difendere la situazione: “Potrebbe accadere in ogni scuola. Ci sono sempre studenti che non vogliono studiare. La maggioranza dei ragazzi di qui non partecipa a questi scontri”. L’insegnante, inoltre, avverte: “Se siete giornalisti, vi avviso: non toccate ciò che riguarda le accademie militari del Paese”.
Alcuni studenti, tuttavia, sono riusciti a pubblicare su Internet le motivazioni della loro rivolta: “Non ci sarà riconoscimento per il nostro lavoro, né dal ministero dell’Educazione né dalla Commissione militare. Che cosa faremo?”.
26/04/2019 10:58