Ancora violenze nel sud della Thailandia
Bangkok (AsiaNews) - Due bombe sono scoppiate oggi nel sud della Thailandia: il bilancio è di 18 feriti. Un ordigno è esploso in un bar nella provincia di Yala, ferendo 8 persone, compresi 3 poliziotti. Un'ora e mezza dopo, nella stessa zona un'altra bomba è esplosa ferendo 12 agenti di polizia, 4 in modo grave. Ieri un altro attentato aveva causato la morte di un turista malaysiano e di una donna locale a Slungai Kolok, sul confine con la Malaysia.
I 2 attentati arrivano all'indomani dell'ondata di violenza che ha colpito il sud del paese in questa settimana. Lunedì presso la stazione di polizia di Takbai (provincia meridionale di Narathiwast) una folla di musulmani aveva protestato contro l'arresto di 6 persone sospettate di aver armato i ribelli separatisti, che da anni lottano per l'indipendenza del sud. I soldati avevano arrestato alcune decine di persone e le avevano caricate su camion militari: 78 dimostranti sono morti soffocati durante il periodo di custodia dei soldati Altri 6 manifestanti sono morti negli scontri di piazza. Il gruppo islamico Pattani United Liberation Organisation (Pulo), che combatte contro il governo di Bangkok per la secessione delle province meridionali a maggioranza musulmana, ha fatto sapere che vendicherà l'uccisione dei dimostranti. Il premier tailandese Thaksin Shinawatra ha promesso l'apertura di un'inchiesta governativa per far luce sulla strage, difendendo però l'operato delle truppe e definendo i fatti di Takbai "un incidente".
Commentando le violenze di questi giorni, padre Adriano Pelosin, missionario del PIME a Bangkok, in Thailandia dal 1978, afferma che la secessione del "sud non è possibile: le province meridionali sono parte integrante del paese e non potranno essere staccate dalla Thailandia". "La situazione è complessa perché da una parte i musulmani del sud vogliono l'indipendenza, essendo di etnia malaysiana e di religione musulmana" afferma p. Pelosin, mentre i tailandesi sono di religione buddista e di etnia thai. "Anzi, nel sud del paese ci sono molti buddisti che non vogliono per niente l'indipendenza".
Il missionario ritiene che il governo di Bangkok debba gestire la crisi del sud con maggior responsabilità di quanto faccia ora: "Il governo deve avere prudenza nel trattare con i musulmani del sud: non può usare la forza in maniera indiscriminata perché questo causa ulteriore violenza. I soldati tailandesi sono famosi per essere poco diplomatici e nel reprimere con pugno di ferro le rivolte".
Dal gennaio scorso 440 persone sono morte nel sud del paese a causa degli scontri fra separatisti e militari. (LF)