Ancora rimandata l’Assemblea dei rappresentanti cattolici voluta da Pechino
Hong Kong (AsiaNews) – L’Assemblea nazionale dei rappresentanti cattolici, un organismo voluto dal regime, è stata rimandata per l’ennesima volta. Vescovi ufficiali e esperti giudicano “saggia” la decisione di posporre l’incontro. Il card. Joseph Zen di Hong Kong ha chiesto diverse volte ai vescovi cinesi di boicottare il raduno.
Il 25 - 26 novembre scorsi, circa 100 rappresentanti cattolici – fra cui 40 vescovi – si sono radunati a Pechino e hanno deciso di posporre l’assemblea, che doveva tenersi entro la seconda metà del 2009. Il rimando della data è stato confermato da mons. Fang Xingyao di Linyi (Shandong).
Al raduno ha partecipato il nuovo direttore dell’Amministrazione statale per gli affari religiosi, Wang Zuoan. La due-giorni era organizzata dal Consiglio dei vescovi [una specie di conferenza episcopale, che raduna solo i vescovi ufficiali, non riconosciuta dalla Santa Sede] e dall’Ap. Alcuni vescovi presenti hanno rivelato ad AsiaNews che la proposta di rimandare l’assemblea è stata votata all’unanimità.
L’Assemblea nazionale dei rappresentanti cattolici è l’autorità massima che governa la Chiesa cattolica in Cina, superiore all’Associazione patriottica (Ap) e al Consiglio dei vescovi cinesi. Essa è una struttura “democratica” in cui i vescovi sono una minoranza. L’organismo ha potere di decidere la pastorale nazionale, le attività della Chiesa, le nomine episcopali e perfino questioni di teologia. La sua superiorità ai vescovi la rende incompatibile con la Chiesa cattolica.
Da tempo l’Ap voleva organizzare l’incontro per votare il nuovo presidente dell’Ap e il presidente del Consiglio dei vescovi cinesi. Le due cariche sono vacanti da anni: il vescovo patriottico Michele Fu Tieshan, eletto presidente dell’Ap nel ’98, è morto nel 2007; mons. Giuseppe Liu Yuanren, vescovo patriottico di Nanchino, eletto presidente del Consiglio dei vescovi nel 2004, è morto nel 2005.
Nei mesi scorsi, il card. Joseph Zen di Hong Kong ha scritto vari articoli e lettere in cui, commentando la Lettera del papa ai cattolici cinesi, egli spinge i vescovi della Cina a boicottare e non accettare l’assemblea che rientra in quegli organismi che il papa definisce “inconciliabile con la dottrina cattolica”.
I vescovi contattati da AsiaNews citano ragioni diverse per aver rimandato l’incontro: l’impegno della nazione per le Olimpiadi nel 2008; i 60 anni della repubblica popolare cinese il 1° ottobre 2009; la preparazione al World Expo di Shanghai nel 2010; il lavoro a favore delle vittime del terremoto nel Sichuan (maggio 2008).
Anthony Lam, ricercatore all’Holy Spirit Study Centre della diocesi di Hong Kong, afferma che il rimando dell’assemblea è “una saggia decisione” e che forse il governo cinese ha soppesato le possibili reazioni che verrebbero dal di fuori della Cina. Il ritardo permette ad esso di cercare soluzioni alle difficoltà a cui va incontro, con i cambi al vertice che si attendono. Per Lam, l’assemblea con autorità superiore ai vescovi è un’anormalità nella chiesa cinese e non dovrebbe esistere.
Kwun Ping-hung, osservatore delle relazioni Cina-Vaticano, ha detto che tutte le ragioni citate a giustificazione del ritardo non sono “senza rapporto” con la situazione delle relazioni fra Pechino e la Santa Sede. Per Kwun il ritardo è importante perché dà più tempo a Cina e Vaticano di appianare problemi e tentare di giungere a un consenso.