Ancora morti nella notte in Yemen. Gli Usa abbandonano Saleh
Sanaa (AsiaNews/Agenzie) – Due persone sono state uccise nella notte a Hodeida, una città portuale yemenita, negli scontri fra polizia e migliaia di manifestanti. La dimostrazione è stata organizzata per protestare contro la violenza avvenuta a Taiz ieri, dove negli scontri sono stati uccisi altri 15 manifestanti. In entrambi i casi la polizia ha aperto il fuoco contro gli oppositori che chiedono le dimissioni del presidente Ali Abdullah Saleh, al potere da 33 anni.
Ieri i ministri dei Paesi del Consiglio della cooperazione del Golfo (Gcc) hanno annunciato di voler intraprendere una mediazione che possa risultare accettabile a entrambe le parti. La decisione è stata presa nel corso di una riunione straordinaria svoltasi a Ryadh e presieduta dal ministro degli Esteri degli Emirati Arabi, lo sceicco Abdullah bin Zayed al-Nahyan. Ma sul piano diplomatico è da notare lo spostamento avvenuto negli ultimi giorni da parte degli Stati Uniti. Washington che ha appoggiato a lungo Saleh, ha detto ai suoi alleati in maniera discreta che giudica “non più difendibile” la sua posizione, e che pensa che dovrebbe andarsene
In Bahrain, soldati e agenti di polizia dell’Arabia saudita e dei Paesi vicini sono stazionati da settimane per evitare che la maggioranza sciita prevalga sul gruppo sunnita al potere. Centinaia di persone che hanno partecipato alle proteste sarebbero state licenziate, secondo la Federazione nazionale dei sindacati. Salman Mahfoodh, segretario generale della Federazione, ha chiesto l’intervento del sovrano Isa al-Khalifa per risolvere la situazione.