Ancora incendi contro case cristiane in Orissa. Recuperati 3 corpi nel fiume
Bhubaneshwar (AsiaNews) – I corpi di tre persone sono stati trovati ieri nel fiume vicino a Kandhamal, il distretto che è divenuto da oltre un mese l’epicentro delle violenze contro i cristiani in Orissa. I corpi sono quelli di una coppia e di una donna che nei giorni scorsi erano scomparsi dopo aver distribuito e iniettato vaccini a un villaggio vicino. Intanto i radicali indù hanno continuato la loro opera di distruzione nella zona di Raikia (Padrikia, Mondasoro), Tikabali e Didrabadi (vicino a Daringbadi).
Una fonte di AsiaNews, la cui casa è stata distrutta, afferma: “La situazione è insostenibile. C’è un vero e proprio progetto sistematico per eliminare la vita cristiana, uccidendo persone e distruggendo proprietà. Nessuno ci aveva preparato a tanta violenza”.
P. Nithiya segretario generale della Commissione Giustizia e Pace indiana, conferma che il Vhp (Vishwa Hindu Parishad) e il Bd (Bajrang Dal) stanno forzando tutti i cristiani a diventare indù. “Questo progetto non risponde solo a motivazioni politiche, ma è una strategia per cancellare i cristiani dall’Orissa”. Il sacerdote spiega che vi è un vero e proprio programma le cui tappe vengono seguite in modo puntiglioso:
1) I dalit e tribali cristiani vengono minacciati se non si convertono all’induismo. Per ogni villaggio selezionato, i gruppi fondamentalisti annunciano la data entro cui deve avvenire la conversione.
2) I fondamentalisti avvertono i cristiani di quel villaggio di far tornare per quella data anche i loro familiari fuggiti, che si trovano nei campi di rifugio o altrove.
3) Alla data stabilita, i cristiani devono firmare un documento che afferma che la loro riconversione è avvenuta “in piena libertà”. Se non accettano di firmare sono torturati e uccisi.
4) Se diventano indù, sono costretti comunque a pagare una multa di 1000-1500 rupie (15 - 22 Euro);
5) Come segno di tale conversione, essi devono distruggere statue cristiane, vandalizzare chiese e perfino uccidere altri cristiani che resistono alla riconversione.
6) Quelli che non ritornano ad essere indù vengono depredati: le organizzazioni fondamentaliste ordinano che casa, terreni, proprietà siano presi dai loro vicini indù. Il resto viene dato alle fiamme.
7) I cristiani che rifiutano la conversione sono fuggiti nelle foreste o nei campi di rifugio. Vi sono circa 25 mila persone in 17 campi. È vietata l’entrata a organizzazioni non governative e a individui. Sono permessi solo dottori per cure mediche, ma essi sono vigilati per timore di “conversioni forzate” al cristianesimo.
8) Il Vhp e il Bd sono a caccia soprattutto di sacerdoti, suore, pastori e delle loro famiglie per ucciderli.
9) Tutte queste violenze avvengono alla luce del giorno, nelle città, sulle strade principali, senza che la polizia intervenga. Per i gruppi fondamentalisti in Orissa c’è perfetta impunità.
Intanto il governo dello Stato continua a proclamare che è tutto sotto controllo e che tutto è a posto. Poche notizie trapelano dall’Orissa. E quelle poche che si diffondono sono manipolate. Nei giornali indiani nazionali e perfino alla Bbc si parla di associazioni tribali del’Orissa (il Kui Samaj) che cerca di difendere i diritti dei tribali poveri contro “l’arroganza” dei cristiani, che derubano i terreni dei tribali, e che minacciano i responsabili dell’organizzazione.
Un sacerdote che lavora in Orissa spiega: “Anzitutto non si dice che il Kui Samaj non è un’associazione qualunque, ma è legata al Bjp (Bharatiya Janata Party) e al Bd, e quindi al mondo indù fondamentalista. Quello che si vuol far passare come scontro etnico è in realtà uno scontro di casta. Gli indù non dalit non accettano la crescita sociale ed economica dei dalit e dei tribali cristiani. A loro dà man forte anche la comunità dei commercianti: sono loro che procurano il kerosene e la benzina per bruciare le proprietà dei cristiani”.