Amr Moussa: segni di progresso per la riconciliazione in Libano
Il segretario della Lega araba, che ha incontrato il presidente Assad e in precedenza aveva visto re Abdullah, conferma il suo impegno per trovare soluzione ad una crisi “pericolosa”. Ma alle dichiarazioni positive siriane si accompagnano segni di tensione.
Beirut (AsiaNews) – Ci sono “segni di progresso negli sforzi di riconciliazione in Libano”: è il parere espresso dal segretario generale della Lega araba, Amr Moussa, al termine della visita compiuta ieri in Siria, dove ha incontrato anche il presidente Bashar al-Assad. In proposito, l’agenzia ufficiale Sana scrive che la Siria ha espresso “sostegno” per la missione di Moussa in Libano. Da parte sua il segretario della Lega araba ha parlato di un accordo tra Damasco e Riyadh per trovare una soluzione alla crisi libanese.
Le prospettive, però, non appaiono rosee. In primo luogo, la stessa Sana aggiunge che la missione del segretario della Lega araba è di “raggiungere un accordo tra le parti libanesi per la formazione di un governo di unità nazionale”, che è l’obiettivo fondamentale dei filosiriani libanesi, all’opposizione. In secondo luogo, lo scorso 5 luglio Damasco ha chiesto a tutti i suoi cittadini che lavorano in Libano – e sono centinaia di migliaia - di lasciare il Paese entro il 15 luglio. La richiesta è stata avanzata anche agli studenti che godono di borse di studio nel Paese dei cedri ed è stata motivata dalla preoccupazione che la crisi politica possa ulteriormente “deteriorarsi”.
Di sfondo, da un lato il rifiuto opposto dalla Siria alla proposta avanzata dal premier israeliano Ehud Olmert di aprire una trattativa di pace a prescindere da una mediazione statunitense e dall’altro la notizia riportata dal quotidiano An-Nahar che il capo della Commissione di inchiesta dell’Onu sui delitti politici compiuti in Libano, Serge Brammertz, si è recato a Damasco per avere informazioni sull’identità degli occupanti dell’auto usata dagli attentatori che nel novembre del 2006 uccisero il ministro libanese Pierre Gemayel e che risulta passata per la Siria. Fatto quest’ultimo che approfondisce il timore di Damasco per i possibili esiti del Tribunale internazionale che, sotto l’egida delle Nazioni Unite, dovrebbe giudicare i responsabili dell’assassinio dell’ex premier libanese Rafic Hariri e degli altri omicidi politici avvenuti nel Paese dei cedri. Proprio la sua istituzione appare sempre più essere il motivo di fondo della crisi politica libanese.
Moussa, che prima di andare in Siria era stato dal re saudita Abdullah, appare comunque intenzionato a portare avanti la sua opera per risolvere la crisi libanese che egli ha definito “pericolosa”. “Tra Siria ed Arabia Saudita – ha detto in proposito - c’è accordo sull’importanza di andare avanti”.
Nella stessa direzione va anche l’incontro tra i 14 leader dei partiti libanesi che sono stati invitati in Francia per un colloquio che si dovrebbe svolgere tra il 14 ed il 16 luglio. (PD)
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