Amnistia per imprenditori: Mosca cerca di recuperare gli investimenti esteri
Mosca (AsiaNews/Agenzie) – Un’amnistia che farà uscire di prigione circa 100mila imprenditori e dirigenti commerciali, per attirare maggiori capitali esteri. Il presidente russo Dmitry Mevdevev ha introdotto il 30 giugno e il 7 aprile due decreti che alleggeriscono le pene per i crimini dei “colletti-bianchi”, eliminano la detenzione cautelare per alcuni crimini in materia economica e aumentano la possibilità di libertà su cauzione.
La Russia, nonostante sia un’economia in crescita e ricca di opportunità, negli ultimi 3 anni ha ricevuto solo il 20% circa degli investimenti esteri andati in Cina e Brasile e il 50% di quelli confluiti in India, secondo le stime del EPFR Global of Cambridge, Massachusetts. Esperti ritengono che sia conseguenza della politica praticata sotto la presidenza di Vladimir Putin, quando le lotte commerciali interne russe hanno portato all’arresto di imprenditori esteri per i più vari reati.
Yana Yakovleva, comproprietaria della ditta chimica Sofex Co., nel 2006/07 è stata 7 mesi in carcere in attesa del processo per aver commerciato sostanze pericolose. All’agenzia Bloomberg commenta che “adesso è come nuotare in un bacino di acido solforico in mezzo ai coccodrilli. Tra gli imprenditori russi c’è una guerra e per i funzionari questi sono solo affari. [I funzionari] possono accusarti per qualsiasi reato e arrestarti per estorcere denaro”. Il sistema penale russo è in gran parte un residuo di quello sovietico, orientato anzitutto alla punizione e con ampi poteri alla polizia e alla magistratura.
Andrei Nazarov, vicecapo della Commissione per le riforme normative nella Camera bassa del Parlamento, dice che l’amnistia sarà introdotta “non come unica legge ma sotto forma di una serie di modifiche normative”. “Almeno 100mila imprenditori e dirigenti di ditte usciranno di carcere o dovranno starci meno tempo. Questo accadrà entro la metà del 2011”.
Medvedev vuole così anche dimostrare la volontà di tutelare i diritti degli investitori esteri. A tutt'oggi imprenditori, contabili, consiglieri giuridici e manager di medio livello costituiscono circa un quarto dei 900mila detenuti in Russia. Per garantire la massima trasparenza, dal 1° luglio i provvedimenti giudiziali saranno messi a disposizione su internet, consentendo un pubblico controllo.
Esperti citano come esempio di giustizia “politica” il caso di Mikhail Khodorkovsky, ex proprietario della Yukos Oil Co., nel 2004 ritenuto l’uomo più ricco di Russia e il 16° al mondo (nella foto), che sta scontando una condanna a 8 anni per truffa ed evasione fiscale. Dopo il suo arresto nel 2003 la Yukos è fallita e il governo se ne è appropriato e ha venduto ogni cosa per recuperare gli oltre 30 miliardi di dollari di tasse evase. Khodorkovsky ha sempre detto che la sua società era sana e che è stato colpito solo perché si era opposto a Putin.
Peggiore è stato il destino di Magnitsky, avvocato della Hermitage Capital Management Ltd di Londra, arrestato nel novembre 2008 per frode ed evasione fiscale, dopo che aveva testimoniato circa crimini commessi contro il Tesoro russo da funzionari, banchieri ed altri esponenti del potere. Tenuto in carcere senza ricevere adeguate cure mediche, nonostante i noti problemi di salute, è morto il 16 novembre 2009, 8 giorni prima della scadenza della custodia cautelare, per un peggioramento della sua salute e per “rottura della membrana addominale” e per infarto.
In attesa di vedere gli esiti della nuova normativa, molti esperti sono scettici: dicono che per acquistare la fiducia internazionale non basta modificare qualche legge, ma occorre cambiare l’intero sistema di gestione della giustizia e aumentare il rispetto dei diritti.