Americani uccisi e mutilati, ma si continua a lavorare per il futuro
Baghdad (AsiaNews/Agenzie) Ribelli iracheni hanno assalito stamane un convoglio americano pochi chilometri fuori dalla città di Fallujah, teatro ieri di attentati che hanno causato la morte di nove americani, quattro dei quali civili. Ieri, 31 marzo, è stata la più tragica giornata per le forze statunitensi, dopo quella dell'8 gennaio, quando morirono 8 soldati di un elicottero Black Hawk abbattuto alla periferia di Fallujah da lanciarazzi sunniti.
Sgomento e orrore hanno suscitato le immagini, mostrate dalle televisioni del Qatar e degli Emirati Arabi, riguardanti l'agguato di ieri alle due auto, su cui viaggiavano quattro appaltatori americani, distrutte e incendiate da alcune granate. Come hanno mostrato le immagini, i cittadini accorsi sul posto hanno inscenato manifestazioni di gioia e dopo aver estratto dalle auto i quattro corpi carbonizzati li hanno trascinati per strada, presi a calci, mutilati e due di essi appesi ad un ponte sul fiume Eufrate.
Alcune ore dopo, appena fuori Fallujah, quattro soldati americani sono morti quando l'M-113 su cui viaggiavano è saltato per aria a causa di una bomba, comandata a distanza, fatta esplodere proprio sotto l'automezzo.
Nel pomeriggio, a Ramadi, circa 20 km a nord di Fallujah, un soldato americano è deceduto, e un altro ferito, a causa di una bomba a mano lanciata contro di loro.
Fallujah, città a 35 km a nord-ovest di Baghdad che per molti giorni fu teatro durante la guerra di durissimi scontri tra soldati americani e della Guardia repubblicana di Saddam Hussein.
Quanto accaduto, secondo quanto comunicato dal Dipartimento di Stato americano, non dovrebbe comunque cambiare i piani prestabiliti e la data del passaggio dei poteri nelle mani del nuovo governo iracheno, il 30 giugno.
Mentre gli incidenti continuano a scoppiare un po' ovunque in Iraq, ma soprattutto nel cosiddetto "triangolo sunnita" formato dalle città di Fallujah, Tikrit e Kirkuk, un team di esperti delle Nazioni Unite si è incontrato con i nuovi leader iracheni per mettere meglio a punto le modalità del passaggio dei poteri.
16/11/2004