Ambasciatore taiwanese: "La legge antisecessione non riguarda Taiwan"
Roma (AsiaNews) Una legge di Pechino non può regolare i rapporti internazionali. Risponde così l'ambasciatore della Repubblica di Cina (Taiwan) presso la Santa Sede, Chou-seng Tou, alla notizia che questa mattina l'Assemblea nazionale del popolo ha approvato a Pechino la legge anti-secessione, che ammette l'uso della forza militare contro l'isola di Taiwan qualora si dichiarasse indipendente. Intervistato da AsiaNews, l'ambasciatore di Taipei presso la Santa Sede, Chou-seng Tou, ha risposto ad alcune domande sulle prospettive future dei rapporti internazionali fra Pechino e Taipei.
L'ambasciatore ha detto: "Questa è una legge interna, che non può regolare i rapporti fra Pechino e Taipei. L'isola di Taiwan è staccata dalla Cina, e vuole mantenere lo status quo della situazione". "Bisogna capire ha continuato Tou che alla maggioranza della popolazione, direi il 70 %, la situazione va bene così . C'è una parte che chiede l'indipendenza ed una che chiede l'annessione, ma sono poche persone".
Per il rappresentante diplomatico, Pechino "ha sbagliato a varare questa legge in un momento in cui i rapporti si stavano alleggerendo. Con l'Anno lunare abbiamo scambiato voli civili diretti, ed era in programma uno scambio di voli cargo charter. Adesso gli industriali, gli investitori, la gente comune vuole fermarsi e stare a guardare". La legge ha ferito i sentimenti degli abitanti di Taiwan, che hanno bisogno solo di un'atmosfera rilassata per gestire la situazione con la Repubblica popolare di Cina. "Abbiamo bisogno di incoraggiamento, mentre questa legge crea sconforto e paura. La gente vuole cooperazione, da entrambi i lati dello Stretto, e forzare la situazione non aiuta". L'affermazione della legge, che autorizza l'uso di "mezzi non pacifici", non spiega se la situazione sia a rischio. Per Tou "non si può eliminare nessuna alternativa. Il termine 'mezzi non pacifici' fa pensare a qualsiasi cosa".
Sull'interesse internazionale suscitato dalla vicenda, l'ambasciatore spiega che "solo gli Stati Uniti ed il Giappone hanno il polso reale della situazione, perché sanno cosa succede nel Pacifico. La definizione americana delle legge ('non di aiuto' nda) è perfetta per comprendere come Taiwan vede la situazione".
Sulla nomina di Hu Jintao a capo della Commissione militare centrale, l'ambasciatore non nutre particolari speranze. "La successione a Jiang Zemin è solamente un fatto interno al Partito, le politiche militari non cambiano. La nomina è solo un altro segno della cessione di poteri graduali dalla terza alla quarta generazione".
Sul fatto se poi la legge sia un attacco anche alle minoranze etniche interne al suolo cinese, Tou non si esprime. "Non ho letto gli articoli che compongono la legge, e non posso esprimermi sull'argomento. Sicuramente la legge, che è una legge interna, riguarda più le minoranze della Repubblica popolare cinese che Taiwan".