Almeno 40 morti per una serie di esplosioni a Baghdad
Un’autobomba è scoppiata a Karrada e due ordigni ad Halawi, uccidendo almeno 4 persone. Timori per la sicurezza dopo la partenza delle truppe americane. Sospetti di una lotta fra sunniti e sciiti dopo le accuse di terrorismo al vicepresidente Tariq al-Hashemi, rifugiatosi nel Kurdistan.
Baghdad (AsiaNews/Agenzie) – Una serie coordinata di esplosioni ha scosso la capitale irakena uccidendo almeno 40 persone e ferendone altre 130. Il ministero degli Interni ha dichiarato che le bombe sono esplose in 13 zone della città. Due di esse sono scoppiate in strada, nel distretto di Halawi, e ha ucciso quattro persone; un’auto-bomba è scoppiata nel distretto di Karrada, rompendo i vetri delle case e di una scuola del quartiere.
Non è ancora chiaro chi sono i mandanti degli attacchi. Il Paese è in un momento di transizione, dopo la partenza dell’ultimo contingente di soldati americani, avvenuta giorni fa. Allo stesso tempo, vi sono crescenti segnali di rottura all’interno del governo, costituito con molta fatica lo scorso anno.
Il vicepresidente Tariq al-Hashemi, sunnita del partito al-Iraqiyya, è stato accusato di appoggiare il terrorismo. Per protesta l’intero gruppo di al-Iraqiyya sta boicottando il parlamento e accusa il premier al Maliki, sciita, di voler monopolizzare il suo potere.
Hashemi nega le accuse a suo carico e si è per ora rifugiato a Irbil, nel Kurdistan, sotto la protezione del governo regionale. Maliki ha chiesto che egli venga consegnato alla giustizia.
Non è ancora chiaro chi sono i mandanti degli attacchi. Il Paese è in un momento di transizione, dopo la partenza dell’ultimo contingente di soldati americani, avvenuta giorni fa. Allo stesso tempo, vi sono crescenti segnali di rottura all’interno del governo, costituito con molta fatica lo scorso anno.
Il vicepresidente Tariq al-Hashemi, sunnita del partito al-Iraqiyya, è stato accusato di appoggiare il terrorismo. Per protesta l’intero gruppo di al-Iraqiyya sta boicottando il parlamento e accusa il premier al Maliki, sciita, di voler monopolizzare il suo potere.
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