Almeno 20 morti e oltre 500mila sfollati per le inondazioni
Colombo (AsiaNews) – Piogge torrenziali e vento negli ultimi giorni hanno causato disastrose inondazioni in parecchi distretti del Paese, con 20 morti e 513.586 persone di 118.888 famiglie sfollate, al 20 maggio. La Chiesa cattolica subito attiva per portare soccorsi.
Le acque hanno sommerso intere zone nei distretti più colpiti di Gampha, Colombo e Kalutara, nella zona occidentale del Paese. Sono state distrutte 220 case e danneggiate 1.039 abitazioni, molte famiglie hanno perso ogni cosa sotto l’acqua e sono state alloggiate negli 81 campi profughi allestiti dal governo. A Kalutara i profughi sono 65.823, nel distretto di Colombo sono 154.121,nel Gampaha sono 194.770. Decisivo anche l’intervento della Chiesa, che ha accolto i senzatetto in chiese e parrocchie. A sua volta la marina cingalese ha inviato 23 gruppi di intervento della marina militare e 22 imbarcazioni per soccorrere la popolazione e oltre 2mila soldati.
Il governo si è organizzato per servire a tutti pasti caldi nei campi, ma anche razioni di cibo in polvere. Occorre ancora predisporre un piano sanitario adeguato.
La Caritas è impegnata in prima persona negli aiuti, con interventi diretti e coordinando i molti gruppi religiosi che ospitano le vittime in scuole, chiese e campi profughi improvvisati, provvedendo anche a dare loro pasti e assistenza sanitaria, con una presenza capillare sul territorio.
La Caritas Colombo-Seth Sarana ha anche raccolto circa 500mila rupie per gli aiuti.
I fedeli dell’intera arcidiocesi di Colombo hanno risposto alla richiesta dell’arcivescovo mons. Ranjith di accogliere i profughi in chiese, centri parrocchiali e altri locali e di preparare e servire loro i pasti.
Circa 200 famiglie sono alloggiate presso la Scuola primaria del Convento di Maria Immacolata (Nimala Maria Balia Viddyalaya), vicino la chiesa parrocchiale Budella, e nella Scuola Santa Maria a Jaela. Gli sfollati provengono dalla parte bassa del villaggio Ma-eliya e dalla zona del canale Ja-ela. Padre Shantha Sagara Hettiarchchi spiega ad AsiaNews che per accogliere i profughi ha dovuto cancellare le celebrazioni per la festa della chiesa di Ma-eliya, che sarebbero iniziate questa domenica. Alle vittime sono dati 3 pasti caldi al giorno, cucinati da membri della comunità del Sacro Cuore e dagli sfollati stessi. Un grande aiuto è venuto dai parrocchiani con donazioni di cibo.
L’aiuto reciproco e la disponibilità sono essenziali per superare le continue difficoltà in questi campi-profughi improvvisati: le donne hanno con difficoltà la necessaria intimità per lavarsi e andare in bagno.
I profughi provengono dai villaggi rurali di Sudu Walla e Delatura, sono qui dal 18 maggio portando con loro 150 anziani e 100 bambini.
Molte famiglie si sono dovute separare. Udeni Chamila, 27 anni con 2 figli piccoli, spiega che il marito è rimasto al villaggio, per proteggere la casa dalle acque e dai furti.
Tra i profughi c’è molta tristezza e anche ira, perché, come dice Sunil Shantha, di 33 anni, hanno perso ogni cosa, anche il poco che serve per vivere.
Sunil spiega che è adirato contro il governo, perché si preoccupa di realizzare grandi e costose opere pubbliche, autostrade e altro, ma non si preoccupa della popolazione più povera. Dice che l’inondazione era del tutto prevedibile, perché il suo villaggio era già stato allagato nel 2008 e lui era dovuto fuggire per un mese in un campo profughi. Da allora non sono stati potenziati i due canali che corrono intorno all’abitato e che si erano dimostrati insufficienti.
Mons Ranjith ha rivolto un appello ai fedeli dell’arcidiocesi di Colombo perché inviino alimentari e generi di conforto ai profughi, tramite la Caritas Seth Sarana presso il Palazzo arcivescovile.