All’asta i grandi giacimenti di greggio irakeno
Baghdad (AsiaNews/Agenzie) – Il consorzio composto dalla russa Lukoil e dalla norvegese Statoil porta a casa il pezzo più ghiotto delle aste per i pozzi petroliferi iracheni. Ha, infatti, ottenuto la concessione per il “super giacimento” di Qurna ovest 2. Lo ha reso noto il ministro iracheno del Petrolio Hussain al-Sharistani oggi, nell’ultimo giorno del secondo round di gare di appalto petrolifere a Baghdad. Il contratto, della durata di sei anni, prevede che le due compagnie petrolifere producano 1,8 milioni di barili al giorno, al prezzo di 1,15 dollari al barile. Il campo petrolifero di Qurna ovest 2 è uno dei più importanti giacimenti dell'Iraq, con riserve di 12,8 miliardi di barili.
Ieri era stata la Shell a portare a casa un altro pezzo da novanta. Anche se giocando a ribasso. A capo di un consorzio assieme alla malaysiana Petronas, la major anglo-olandese ha ottenuto il contratto per il giacimento meridionale di Majnun, uno dei tre cosiddetti “super giganti”, offerti in questa secondo round. Riserve stimate: 12,6 miliardi di barili. La Shell e i partner malaysiani hanno stracciato la concorrenza, chiedendo solo 1,39 dollari a barile per la remuneration fee – il compenso per ogni barile di greggio prodotto al di sopra del plateau stabilito. In cambio, si sono impegnati a portare la produzione del giacimento (oggi di appena 46mila barili al giorno) a un milione 800mila barili, nell’arco di 10 anni. Quasi il doppio di quello che si aspettavano gli iracheni.
Tra i giacimenti inclusi nelle trattative della prima giornata ne è stato aggiudicato solo un altro: Halfaya, sempre nel sud, ma di dimensioni “modeste” (riserve stimate in 4,1 miliardi di barili). Il contratto è andato ai cinesi di Cnpc, capofila di un consorzio in cui ci sono anche la malese Petronas e la francese Total, che si sono impegnati ad aumentare la produzione dagli attuali 3.100 barili al giorno fino 535mila barili, in un arco di 13 anni.
Le aste petrolifere si sono svolte in un ministero del Petrolio blindato dopo gli ultimi sanguinosi attentati nella capitale. In palio c’erano 15 giacimenti e dieci contratti per il valore complessivo di 41,3 miliardi di barili.
L'Iraq potrebbe sfilare alla Russia il secondo posto tra i maggiori produttori di petrolio al mondo, anche se per ora non è riuscita a stringere accordi con le maggiori compagnie petrolifere per sfruttare i pozzi nelle zone più pericolose. Obiettivo del governo di Baghdad è quadruplicare la produzione per arrivare a 10 milioni di barili al giorno in sei o sette anni. Questo risultato porterebbe il paese ai livelli della Federazione russa e lascerebbe al primo posto l'Arabia Saudita con 12,5 milioni di barili al giorno.