Alluvioni monsoniche: oltre 1600 morti in tutta la regione
Mumbai (AsiaNews) – C’è un disperato bisogno di cibo e acqua potabile per gli alluvionati dell’Asia del sud sommersa dalle più forti piogge monsoniche degli ultimi decenni nella regione.
In circa un mese le alluvioni hanno colpito più di 25 milioni di persone tra India, Bangladesh, Pakistan e Nepal. Tra di esse almeno 10 milioni, secondo l’organizzazione Save the Children, sono bambini bisognosi di aiuto. Il Catholic Relief Services (CRS), a fianco dei partner locali, è subito sceso in prima linea nei soccorsi, che a settimane dal disastro ancora non riescono a raggiungere le zone più remote.
Finora il bilancio totale delle vittime supera i 1600 morti, di cui 1.258 solo in India. Qui il Bihar risulta lo stato più colpito con 11,5 milioni di sfollati, insieme all’Assam, nel nord. Il Chief Minister, Manoj Srivastava, riferisce di oltre 6mila villaggi sommersi. Il CRS, insieme alla Caritas India, è impegnato in Gujarat, Andhra Pradesh e Orissa, dove in 4 settimane ha distribuito cibo, acqua e kit igienici a 50mila famiglie. Le perdite economiche delle alluvioni ammontano a 12,68 miliardi di rupie (313 milioni di dollari).
In Bangladesh i morti per le alluvioni sono saliti a 282 e 9 milioni sono gli sfollati, di cui 4 milioni ancora in attesa di aiuti.
In Nepal un terzo dei distretti è sommerso dalle acque, in particolare nella zona di confine con l’India. Le inondazioni hanno distrutto case, raccolti ed interi allevamenti di bestiame. Da giugno i morti sono 91.
Il CRS è attivo anche Pakistan, dove sta consegnando acqua e tende nelle province del Sindh e Balochistan. L’organizzazione cattolica sta provvedendo alla fornitura di 50mila litri di acqua potabile al giorno e alla costruzione di latrine, a cui sta contribuendo anche la popolazione locale.
Al momento l’allarme maggiore in tutta la regione è rappresentato dalla crisi sanitaria: dissenteria, malattie della pelle e altre infezioni dovute alla mancanza di acqua pulita e alle pessime condizioni igieniche degli sfollati fanno temere un’epidemia.