16/11/2005, 00.00
ASIA
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All'esame dell'Apec il disavanzo commerciale tra Cina e altri Stati asiatici

L'annuale incontro inizia venerdì 18, attesi il presidente Usa Bush e altri capi di Stato. L'Asia cerca di superare antichi nazionalismi e maturare una politica "coordinata", anche in materia monetaria e fiscale.

Busan (AsiaNews/Agenzie) – Il crescente credito della Cina verso gli altri Paesi della zona, conseguenza del disavanzo commerciale tra gli Stati sarà al centro dell'annuale meeting dei 21 Stati dell'Asia Pacific Economic Co-operation (Apec). All'incontro, che inizierà il 18 nella costiera città di Busan, Corea del Sud, sarà presente, come tradizione, il presidente degli Stati Uniti, ma anche esponenti di Australia, Canada e Messico.

Il credito della Cina è aumentato del 50% quest'anno e appare probabile che "lo sbilancio commerciale – come ha detto oggi Lee Kyung-tae, presidente del Comitato economico - aumenterà con rapidità nel 2006". "Se il surplus continua a crescere - osserva - causerà preoccupazione negli altri Stati del mondo". Inoltre porrà sotto pressione diverse valute asiatiche, anzitutto lo yuan cinese, ma anche lo yen giapponese e il won sudcoreano, con richieste di rivalutazione. Per contenere gli effetti negativi del predominio commerciale cinese "sull'economia mondiale e su quella dell'area Apec - prosegue Lee Kyung-tae - è opportuno un più stretto coordinamento delle politiche macroeconomiche, compresi l'assetto dei cambi monetari e la politica fiscale".

Gli Stati dell'Apec hanno anche interesse ad affrontare in modo coordinato "le crescenti richieste per il riallineamento dei cambi monetari nella regione", specie nei rapporti con Cina e Stati Uniti. Molti analisti ritengono possa essere una buona occasione per iniziare una collaborazione economica e politica tra gli Stati asiatici che superi i nazionalismi e le politiche di corto respiro. Come esempio ricordano che lo scorso ottobre Ban Ki-moon, ministro degli Esteri sud coreano, non cancellò un incontro fissato con Tokyo (che veniva pochi giorni dopo la contestata visita del premier nipponico Koizumi al tempio Yasukuni) perché – disse – i regolari rapporti tra 2 Stati debbono venire mantenuti.

All'esame anche la politica agricola. I Paesi dell'Apec vogliono tagliare i sussidi all'esportazione nel settore, per convincere l'Unione europea (Ue) a una maggiore apertura del suo mercato ai prodotti agricoli dell'Asia, anche tramite minori dazi. Peter Mandelson, commissario al Commercio per l'Ue, ha detto ieri che l'Ue non intende avanzare nuove proposte commerciali prima del meeting dell'Organizzazione mondiale del commercio (Omc), fissato il 13 dicembre a Hong Kong. Ma gli Stati Apec ritengono essenziale "un progresso in questo settore" e chiedono "a tutti gli altri membri dell'Omc" di adoperarsi per far progredire i colloqui.

In agenda pure l'influenza aviaria e la minaccia del terrorismo. (PB)

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