Alleati e irakeni entrano in Fallujah
Fallujah (AsiaNews/Afp) Questa mattina truppe alleate e forze irachene sono entrate a Fallujah, roccaforte delle milizie ribelli, e hanno conquistato il controllo dell'ospedale e di due ponti. Nella notte aerei alleati hanno bombardato obiettivi militari nemici, stroncando la resistenza degli insorti; in mattinata il 36° battaglione delle forze speciali irachene è entrato nell'ospedale della città senza sparare un solo colpo. Truppe alleate e forze irachene, circa 20 mila uomini in tutto, hanno cinto d'assedio Fallujah in vista dell'offensiva finale.
Ieri il primo ministro iracheno Iyad Allawi ha decretato lo stato di emergenza nel paese; egli ha affermato di ricorrere "anche all'uso della forza, pur di garantire il regolare svolgimento delle elezioni", previste per il 27 di gennaio. Il primo ministro ha concentrato le sue attenzioni su Fallujah, città in mano ai ribelli e probabile rifugio del leader fondamentalista al Zarqawi. Allawi ha lanciato un ultimatum alla città e ai ribelli asserragliati perché depongano le armi, in caso contrario "verrà sferrata l'offensiva finale". I ribelli affermano che al Zarqawi non si trova in città e non sembrano intenzionati ad arrendersi.
Secondo il premier iracheno, le misure introdotte sono "un segnale della determinazione del governo a garantire il regolare svolgimento delle elezioni". La legge marziale, in vigore per due mesi, sarà applicata in tutto il paese ad eccezione della zona a nord, nel Kurdistan iracheno.
Le autorità potranno imporre il coprifuoco, impedire riunioni o manifestazioni di piazza, tagliare le comunicazioni. I critici affermano che le misure rischiano di far tornare il paese a uno stile che ricorda i tempi di Saddam, ma il premier Allawi ribadisce la necessità di garantire la sicurezza ad ogni costo: "Stiamo aumentando le misure di sicurezza ovunque sia necessario. Questo è un chiaro segnale che mostra la nostra determinazione: noi vogliamo garantire il regolare svolgimento delle elezioni".