Allarme ambientale: maree rosse e desertificazione
Pechino (AsiaNews/SCMP) - Due maree rosse di 5 mila metri quadrati hanno formato la più ampia macchia tossica registrata nel Mare di Bohai, la zona più vicina a Pechino. Esse minacciano di contaminare acque importanti per la pesca.
Una macchia - apparsa venerdì vicino alla foce del fiume Giallo, il secondo del paese per lunghezza ha già contaminato un'area di 1.850 km quadrati; un'altra ha iniziato a estendersi sabato nel mare di Bohai settentrionale, orientale e centrale, coinvolgendo 3.200 km quadrati.
"Questi fenomeni sono un cancro per l'ambiente e minacciano non solo le forme di vita marina ma anche quella umana e devono riportare all'attenzione la gravità della condizione ambientale in Cina", ha detto Zhao Zhangyuan, dell'Accademia cinese per la ricerca delle scienze ambientali.
Le "maree rosse" sono alghe di colore rosso, molto fitte, che si riproducono in abbondanza; il loro ambiente ideale è l'inquinamento urbano, gli scarichi industriali, i rifiuti delle aziende agricole e il deflusso dei fertilizzanti che scorrono da fiumi e torrenti nelle acque costiere.
La loro presenza in enormi quantità priva l'acqua di ossigeno, producendo tossine che possono paralizzare i pesci e contaminare i frutti di mare. L'Amministrazione ha spinto le autorità del Liaoning, Hebei, Tianjin e Shandong, regioni situate tutte lungo la costa del Bohai, a controllare lo stato delle alghe e assicurarsi della non tossicità dei frutti di mare prima di immetterli sul mercato.
"Le maree rosse sono solo uno dei problemi ambientali che il paese sta affrontando. Il governo ha temporeggiato troppo e se non si interverrà in modo intelligente e immediato le conseguenze saranno disastrose," ha detto Zhao.
Altra urgenza è la soluzione del problema desertificazione. Secondo Xinhua, più di 1,7 milioni di km. quadrati (il 18,2% dell'area del paese) sono classificati come desertici e l'area si sta espandendo con una rapidità allarmante (3.464 km. quadrati in un anno, rispetto ai 2460 del 1994).
Rappresentanti del Corpo forestale di Pechino affermano che per tenere sotto controllo le tempeste di polvere e sabbia che spesso colpiscono la città, più di 730 ettari di coltivazioni sono stati convertiti in foreste nell'arco di 4 anni. Per tutelare, inoltre, la popolazione delle zone più colpite dal fenomeno, sono stati previsti dei trasferimenti in "zone più sicure", come per gli abitanti di sei distretti alla periferia di Pechino, il cui rientro è stabilito non prima del 2010. Rispetto allo scorso anno il numero degli "sfollati" è notevolmente aumentato, da 480 ai 2mila di quest'anno.
Rappresentanti della forestale hanno aggiunto che, dal 2000, sono stati investiti 56 miliardi di yuan in progetti per il controllo delle sabbie in più di 70 contee e distretti, tra cui Pechino, Tianjin, Hebei e Shanxi.