Allarme Abu Sayyaf nel Borneo, Kuala Lumpur innalza le misure antiterrorismo
Nel mirino Mudzrimar, il numero due del movimento islamista filippino, che starebbe cercando rifugio nel Sabah e potrebbe riattivare cellule locali alleate. Squadre speciali a cavallo lungo il confine tra la parte peninsulare della Malaysia e le quattro province della Thailandia, teatro del conflitto indipendentista con la minoranza musulmana.
Kuala Lumpur (AsiaNews) - Si rialza la minaccia del terrorismo di matrice qaedista e il governo malaysiano corre ai ripari con l’invio di un distaccamento dell’unità speciale d’assalto (Special Action Unit) dell’esercito e un incremento delle iniziative di controllo e prevenzione negli aeroporti e porti. Diversi fattori infatti segnalano il rischio di nuove azioni dimostrative del gruppo Abu Sayyaf nel Sabah, la parte orientale del Borneo malese. Una regione aperta sulle aree marittime di confine con le Filippine dove il gruppo legato un tempo a Al Qaeda e che sembra si sia avvicinato in tempi recenti all'autoproclamato califfato dell'Isis resta una minaccia per entrambi i paesi.
Proprio sulle coste orientali del Sabah si sono registrati in anni recenti operazioni attribuite ad Abu Sayyaf e rapimenti a fine di riscatto, uno dei mezzi di finanziamento delle attività del gruppo che ha le sue roccaforti sulle isole di Basilan e di Jolo, nell’estremo sud delle Filippine. Anche se non si registrano allarmi immediati, i responsabili della sicurezza hanno segnalato pure un rafforzamento dei sistemi di sicurezza al confine tra gli Stati di Sabah e Sarawak. Nel mirino è oggi anzitutto Mudzrimar “Mundi” Sawadjaan, comandante in seconda del gruppo e esperto di esplosivi di cui anche le Filippine hanno confermato la presenza in vita ancora a gennaio, nonostante le notizie che si erano diffuse sulla sua morte in recenti scontri armati nell’arcipelago di Sulu. Mudzrimar potrebbe cercare un rifugio nel Borneo malese e potenzialmente la sua presenza potrebbe riattivare cellule locali alleate di Abu Sayyaf o influenzate dal suo esempio.
Sempre per verificare e contenere eventuali infiltrazioni terroristiche, le autorità per la sicurezza malaysiane hanno deciso di utilizzare squadre speciali a cavallo lungo il confine tra la parte peninsulare della Malaysia e la Thailandia, un’area esposta al contrabbando e al transito di migranti irregolari gestiti da gruppi malavitosi con rodate connessioni locali. Un’area, per quanto riguarda la Thailandia, particolarmente instabile con un conflitto a bassa intensità in corso da molti anni tra militari e gruppi indipendentisti, manifestazione dell’insofferenza verso il controllo della lontana Bangkok e dei Thai buddhisti da parte della minoranza musulmana concentrata nelle quattro province a ridosso della frontiera con la Malaysia.